Marò, il caso al Tribunale del mare di Amburgo.
L'Italia: "Girone ostaggio dell'India" -Foto

Marò, via alla battaglia legale al Tribunale del mare di Amburgo. L'Italia chiede il rientro di Girone e la permanenza di Latorre
L'Italia sostiene «con fondamento giuridico che la giurisdizione è nostra, chiediamo il rientro di Girone, cui va il nostro pensiero, e la permanenza di Latorre in Italia affinché possa completare la fase di recupero». Lo ribadisce l'ambasciatore Francesco Azzarello, a margine dell'udienza al Tribunale di Amburgo.



"Queste sono le tre misure urgenti chieste dell'Italia e dovremo aspettare il verdetto dell'Itlos, di cui abbiamo grande rispetto. Ovviamente nel frattempo continueremo a lavorare sul tribunale arbitrale", ha aggiunto il capo della delegazione italiana che stamani ha esposto le ragioni dell'Italia nella prima udienza sul caso dei Fucilieri di Marina al Tribunale internazionale. "E' chiaro che noi vogliamo per i nostri maro' un processo equo di cui noi rivendichiamo la giurisdizione dal giorno dopo l'incidente" del 15 febbraio 2012, ha sottolineato l'ambasciatore.



OSTAGGIO Girone è «ostaggio» dell'India, mentre la salute di Latorre è «a rischio, se fosse costretto a tornarvi». È quanto si legge nelle 'Richieste di misure provvisorie' avanzate dall'Italia al Tribunale di Amburgo, pubblicate sul sito dello stesso Itlos. Delhi «viola i diritti fondamentali» dei marò e dell'Italia, prosegue il documento.





Si annuncia durissima la battaglia legale tra Italia e India sul caso dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, che approda oggi al Tribunale internazionale sul diritto del mare di Amburgo.





L'India è si dimostrata aggressiva ma noi siamo estremamente determinati, afferma l'ambasciatore d'Italia all'Aja, FrancescoAzzarello, che guida la delegazione italiana davanti alla corte che deve decidere sul caso.







L'Italia chiede misure cautelari urgenti a tutela dei due fucilieri di Marina, da oltre 3 anni trattenuti dalla giustizia indiana con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani mentre erano in missione anti pirateria. La decisione del tribunale è attesa in 2-3 settimane, solo dopo inizierà l'arbitrato vero e proprio.



«L'Italia e l'India sono paesi tradizionalmente amici», ha sottolineato l'ambasciatore. «Ma l'incidente del 15 febbraio 2012 ha purtroppo provocato una controversia giuridica complessa, difficile ed estremamente delicata». Già «nelle osservazioni (scritte, ndr) sottoposte al tribunale giovedì scorso, la delegazione indiana ha manifestato particolare aggressività», ha spiegato Azzarello, auspicando tuttavia che «il confronto giuridico si mantenga nei binari della correttezza e della verità».



Prima di arrivare al ricorso alla giustizia internazionale, «l'Italia ha tentato in tutti i modi, attivando canali informali e formali, in più direzioni, di trovare una soluzione concordata con l'India. La mancata intesa ha costretto il governo ad attivare a fine giugno scorso una procedura arbitrale internazionale», ha aggiunto l'ambasciatore ripercorrendo le ultime tappe della vicenda.



«Poche settimane dopo ci siamo rivolti all'Itlos, chiedendo con procedura di urgenza, in attesa che l'arbitrato si concluda, che i diritti dell'Italia non vengano pregiudicati da esercizi giurisdizionali indiani, nonché il rientro di Salvatore Girone e la permanenza di Massimiliano Latorre in Italia».



La posizione italiana alla base delle richieste all'Itlos, che oggi e domani Azzarello illustrerà in aula, è che «il governo ha sempre, sin dal momento dell'incidente, rivendicato l'esclusiva competenza giuridica italiana, trattandosi di nave battente la nostra bandiera per fatti accaduti in acque internazionali». Per quanto riguarda i due Marò, inoltre, il governo ha sempre sostenuto che, poiché essi svolgevano funzioni ufficiali, devono godere della relativa immunità.



Dal canto suo l'India si oppone, rivendicando «la territorialità del reato commesso» (a 20,5 miglia della costa in «acque contigue») e contestando lo stesso ricorso dell'Italia alla procedura arbitrale internazionale. La decisione del Tribunale non arriverà prima di due-tre settimane, ma intanto ci si aspetta una dura battaglia in punta di diritto.



«L'Italia ha un collegio di difesa di grandissima levatura ed esperienza», ha sottolineato ancora Azzarello, che in aula cederà la parola al capo del team legale, l'avvocato britannico di origini italiane Daniel Bethlehem, ex capo del servizio giuridico del Foreign Office. «Gli avvocati fra i quali diversi italiani - ha concluso l'ambasciatore che in queste ore ad Amburgo ha lavorato con i legali alle ultime limature della strategia - hanno fatto un lavoro preparatorio

encomiabile».



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#Marò, via alla battaglia legale al Tribunale del mare di Amburgo Posted by Leggo - Il sito ufficiale on Lunedì 10 agosto 2015




Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Agosto 2015, 18:19