Libia, fuga degli italiani: chiusa l'ambasciata.
Isis, diffuso un nuovo video choc

Libia, italiani in fuga. Minacciata la motovedetta, ambasciata chiusa. Isis, diffuso nuovo video choc: "Siamo a Sud di Roma"

di Alessandra Severini
ROMA - Porte sbarrate all'ambasciata italiana di Tripoli, mentre decine di italiani lasciano lo stato nordafricano per tornare in Italia. La Libia è un paese allo sbando, con l'avanzamento dell'Isis verso l'ovest del Paese e la presa di Sirte, a 400 chilometri dalla capitale. L'ambasciata italiana era, da questa estate, l'unica fra quelle europee rimasta aperta. I nostri connazionali, oltre 100, sono stati rimpatriati via nave.





La decisione, ha spiegato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, si è «resa necessaria dal deteriorarsi della situazione». Proprio il ministro è stato definito dai jihadisti «ministro crociato», dopo aver dichiarato che l'Italia è pronta a fare la sua parte in Libia se l'Onu dovesse decidere di agire. Secondo il ministro della Difesa Pinotti l'Italia è pronta a contribuire con oltre 5 mila uomini. L'ipotesi di un intervento militare si fa sempre più realistica. Il governo riferirà in Parlamento giovedì, ma intanto Berlusconi si dichiara favorevole all'opzione militare, accogliendo «l'intento del governo di non abdicare alle responsabilità che ci derivano dal ruolo che il nostro paese deve avere nel Mediterraneo». Gli unici che si schierano contro l'uso delle armi sono i 5 stelle, secondo i quali le bombe non farebbero che peggiorare la situazione.











L'Isis però fa sempre più paura. In un nuovo video diffuso dall'esercito islamico ci sarebbero immagini della decapitazione degli egiziani copti e una minaccia all'Italia, culla della cristianità. «Prima ci avete visti su una collina della Siria. Oggi siamo a sud di Roma... in Libia», annuncia il boia con in mano un coltello insanguinato. Il caos nel paese libico favorisce le partenze di barconi carichi di profughi. Ieri un episodio inquietante: uomini armati a bordo di un barchino hanno minacciato una motovedetta della Guardia Costiera italiana che stava soccorrendo un'imbarcazione con migranti a bordo, a circa 50 miglia da Tripoli. Gli italiani sono stati costretti a lasciare l'imbarcazione dopo il trasbordo dei migranti.



Solo ieri sono state soccorse nel canale di Sicilia oltre 2.100 persone. I profughi che arrivano sulle coste siciliane riportano racconti terrificanti: gli scafisti non esitano a sparare per costringerli a salire sui gommoni. Così appare scioccante la proposta del leghista Salvini: «Aiutiamo i profughi, curiamoli e diamo loro cibo e bevande. Ma senza farli sbarcare. Ne abbiamo abbastanza».













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Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Febbraio 2015, 08:22