L'Isis decapita il terzo ostaggio: è uno scozzese.
Obama e Cameron: "Siete dei mostri"
di Giammarco Oberto
La decapitazione di Haines - la terza dopo quella dei giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff - è deflagrata a Downing Street, dove Cameron ha riunito la riunione d'emergenza Cobra per pianificare la reazione. Che ci sarà, assicura il premier: «L'uccisione di Haines è spregevole e sconvolgente, un atto di pura barbarie. Quelli dello Stato islamico non sono musulmani, ma mostri. E noi faremo tutto quanto è in nostro potere per catturare gli assassini». E garantisce: «Non importa quanto tempo ci vorrà». La Gran Bretagna è pronta «a prendere ogni misura necessaria» per aiutare lo sforzo internazionale per distruggere gli estremisti dell'Isis.
Il dilemma di Cameron è se prendere parte o no ai raid aerei americani e alle azioni di terra mirate contro i vertici del Califfato. Ma l'orrore crescente nella comunità internazionale non fa che rafforzare l'alleanza contro lo Stato islamico. Obama ha espresso la propria solidarietà a Cameron: «Rinnoviamo l'impegno a creare una vasta coalizione di nazioni per assicurare alla giustizia gli esecutori di questo atto oltraggioso e per distruggere l'Isis».
Anche l'Italia si è unita al cordoglio per l'esecuzione del cooperante scozzese. Napolitano ha inviato un messaggio alla regina Elisabetta II «a nome mio e di tutti gli italiani». Renzi ha scritto a Cameron invocando l'unità della comunità internazionale. Ma sul tema ostaggi - sono sei i nostri connazionali nelle mani dei fondamentalisti islamici, tra cui due donne rapite a luglio in Siria, Vanessa e Greta - la posizione dell'Italia è controversa. Ieri il sottosegretario agli Esteri Mario Giro ha detto che «la politica dell'Italia è di riportare a casa tutti gli ostaggi, non importa come». Anche pagando riscatti ai tagliagole.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Settembre 2014, 09:53
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