La Russia ha perso ieri la sua arma più importante nel Mar Nero. L'incrociatore missilistico Moskva è la nave militare più grande mai affondata dalla seconda guerra mondiale. Più grande del General Belgrano argentino, distrutto dalla marina inglese nel 1982 durante il conflitto delle Falkland.
Ufficialmente, secondo il Cremlino, l'incidente sarebbe scaturito da un incendio divampato a bordo e la nave sarebbe affondata mentre veniva rimorchiata. Dall'Ucraina invece rivendicano l'attacco e la vittoria militare. Ma come sono riusciti a colpire un incrociatore così tecnologicamente sofisticato e armato?
La strategia degli ucraini
Una lettura la fornisce l'esperto di guerra Chris Owen, secondo cui l'esercito ucraino avrebbe usato un drone Bayraktar TB-2 per "distrarre" i radar della nave, in modo da poter colpire al fianco l'incrociatore. Gli UAV sono spesso utilizzati per monitorare i movimenti delle flotte e anche per attaccare. Secondo l'esperto, il radar del Moskva avrebbe un campo visivo di soli 180 gradi, utilizzato per guidare i missili S300.
Some thoughts on the apparent sinking of the Russian Black Sea flagship Moskva: if confirmed, it's likely to go down in history as one of the most audaciously successful attacks in modern naval history. /1 pic.twitter.com/hWlLdbNMxP
— ChrisO (@ChrisO_wiki) April 14, 2022
Così, il drone sarebbe decollato spostando l'attenzione dei sistemi di difesa e nel frattempo sarebbe stato lanciato un missile Neptune dalla costa, che sarebbe andato a segno.
La certezza della strategia militare non ci sarà mai, molto probabilmente. Quel che è sicuro, è che il Moskva è affondato, lasciando la Russia in estrema difficoltà nel Mar Nero e costretta a rivedere i piani d'attacco per la conquista di Odessa, che dopo questo evento è diventata estremamente più complicata.
Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Aprile 2022, 18:51
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