La guerra è arrivata al 51esimo giorno, ma nessuno ha intenzione di abbassare l'attenzione. Compresi gli Stati Uniti, dove fanno sapere di prendere molto seriamente il rischio atomico. Lo fa sapere il direttore della Cia William Burns: «Data la disperazione del presidente Putin e della leadership russa, viste le battute d'arresto che hanno affrontato militarmente finora, nessuno di noi può prendere alla leggera la minaccia del potenziale uso di armi nucleari tattiche o a bassa resa», ha detto parlando al Georgia Institute of Technology.
Dopo la perdita della nave ammiraglia Moskva, lo zar potrebbe essere "costretto" ad alzare la voce. Di certo, conquistare Odessa e il controllo del mar Nero è diventato più complicato per la Russia. La possibilità che Putin possa ricorrere ad armi nucleari tattiche è sempre stata reale, anche se dal Pentagono (che ha pronto un piano in caso di attacco atomico) ha fatto sapere che non si sono evidenziati «preparativi pratici» in tal senso.
«La sua propensione per il rischio è cresciuta - continua Burns parlando di Putin -, a mano a mano che la sua presa sulla Russia si è fatta più stretta. Il circolo dei suoi consiglieri si è ristretto e in quel piccolo circolo non ha mai aiutato a fare carriera mettere in dubbio le sue valutazioni o la sua convinzione testarda, quasi mistica, che il suo destino è quello di restaurare la sfera d'influenza della Russia».
L'Occidente blocca il petrolio?
I Paesi europei intanto stanno lavorando allo embargo al petrolio russo, fa sapere il New York Times.
Intanto Zelensky è tornato a parlare via Telegram. «Abbiamo già resistito 50 giorni. 50 giorni di invasione russa, anche se gli occupanti ci avevano dato un massimo di cinque», ha detto in un discorso in cui ha definito questi 50 giorni «un successo», ringraziando tutti coloro che sostengono l'Ucraina.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Aprile 2022, 09:21
© RIPRODUZIONE RISERVATA