Fuori dai seggi, (a Parigi sono le scuole elementari) i poster elettorali dei due sfidanti per l’Eliseo hanno subito quasi dovunque lo stesso trattamento: la faccia di Emmanuel Macron e quella di Marine Le Pen sono stati parimenti stracciati. Stasera uno dei due sarà il nono (o la nona) presidente della Repubblica. Nessun sondaggio dà la vittoria a Marine Le Pen, ma un risultato è già certo: l’estrema destra in Francia non è mai andata così vicina alla massima carica della Repubblica e non è mai stata così forte. Sul voto pesano tante incognite e un clima di stanchezza e frustrazione nell’elettorato. Molti francesi si mobiliteranno solo per scegliere il meno peggio (e l’asticella del peggio si è notevolmente abbassata in questi ultimi anni), molti (si annuncia una cifra record) andranno a mettere nell’urna una scheda bianca o nulla, tanti altri resteranno a casa. Le manifestazioni di questi ultimi giorni, tra licei e università occupate, hanno avuto come slogan ricorrente «né con Le Pen, né con Macron» , «né la peste né il colera». Dai partiti “tradizionali” ormai ridotti in macerie, che siano i neogollisti, i socialisti e perfino i verdi, non sono arrivati sempre appelli chiari a sbarrare il passo all’estrema destra come accadeva in passato: lo hanno fatto Anne Hidalgo per i socialisti o Yannick Jadot per gli Ecologisti, ma non i neogollisti per esempio, che si sono limitati a un ben più tiepido: «non votate Le Pen». Cinque anni fa il pur molto conservatore e anti macroniano Fillon aveva almeno invitato a votare “contro” Le Pen.
Alla sinistra radicale, quello che è considerato l’arbitro di queste presidenziali, Jean Luc Mélenchon, si è mostrato reticente a dare indicazioni chiare ai suoi. Dalla sera del primo turno ha continuato a invitare a «non dare nemmeno un voto a Le Pen» ma non ha certo chiesto di votare Macron. Mélenchon preferisce guardare già a dopodomani, quando comincerà la campagna per le elezioni legislative che dovranno dare (oppure no, e allora sarebbe la coabitazione) una maggioranza al presidente eletto per governare: «fate me primo ministro» ha detto Mélenchon, aggiungendo che in questo caso, se ci saranno Macron o Le Pen «non farà poi una grossa differenza».
Previsioni in bilico
I pronostici oscillano, danno Macron tra il 57 e il 53 per cento, Le Pen tra il 43 e il 47, l’astensione potrebbe ridurre lo scarto, una mobilitazione dell’ultimo minuto (non esclusa visto l’esplosione di richieste di procure per il voto) potrebbe dare a Macron un risultato più confortevole.
Ultimo aggiornamento: Domenica 24 Aprile 2022, 12:57
© RIPRODUZIONE RISERVATA