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«Le sofferenze patite dai migranti in Libia sono intollerabili», ha affermato Federico Soda, capo missione Oim in Libia. «L'utilizzo di una violenza eccessiva ha causato ancora una volta delle morti senza senso, in un contesto caratterizzato da una mancanza di iniziative pratiche volte a cambiare un sistema che spesso non è in grado di assicurare alcun tipo di protezione», ha aggiunto.
L'Oim ribadisce che la Libia non è un porto sicuro e lancia nuovamente un appello all'Unione Europea e alla comunità internazionale affinché si agisca con urgenza per fermare i ritorni in Libia di persone vulnerabili. È necessario mettere in atto uno sistema alternativo che permetta che le persone soccorse o intercettate in mare siano portate in porti sicuri. È altresì necessario che ci sia una maggiore solidarietà tra gli Stati europei e gli Stati mediterranei che si trovano in prima linea.
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Luglio 2020, 22:17
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