Incendio del grattacielo a Milano, il giallo dell'allarme antincendio. I condomini: «Non ha suonato»

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di Greta Posca

Settanta famiglie senza più un tetto. Settanta famiglie che si chiedono come sia stato possibile che in mezz’ora la propria casa e la propria vita sia andata in cenere. Sono le persone che abitavano fino a domenica pomeriggio nella Torre dei Moro, 18 piani di grattacielo divorato dal maxi rogo di via Antonini 32, zona Sud.

L’ALLARME «Abbiamo iniziato a sentire puzza di bruciato, a vedere il fumo, ma nessun allarme ha suonato». Lo hanno ripetuto nelle testimonianze i condomini ai magistrati. Un altro elemento nell’inchiesta della Procura che deve capire come un “normale” incendio in un appartamento sia diventato un rogo che ha distrutto tutto.

LE INDAGINI Al centro le falle nella sicurezza del grattacielo, quando è già stato evidenziato che in molti piani le «bocchette» dell’impianto idrico antincendio non funzionavano. E che i pannelli del “cappotto termico” hanno bruciato «come cartone». I pompieri, coordinati dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Marina Petruzzella, sono entrati di nuovo nell’appartamento del piano 15 dove si sarebbe originato il rogo poi diffusosi per un «effetto camino», sfruttando la «camera d’aria» tra la struttura esterna di rivestimento (fatta di Alucobond) e quella principale. A proposito dell’appartamento al piano 15 il custode ha riferito a verbale che l’elettricità «era stata staccata» verosimilmente dal proprietario prima di partire per le vacanze, proprietario che non è rientrato finora.

Infatti il custode ha raccontato che quando è entrato in casa per innaffiare le piante ha provato ad accendere la luce ma non funzionava. Certo, sarebbe possibile che il proprietario abbia staccato dal contatore solo la luce escludendo il frigorifero o l’eventuale scaldabagno elettrico, e non si possono escludere nemmeno autocombustioni di batterie o altro. Intanto, la Procura sta anche acquisendo i documenti del costruttore, dei progettisti e dei materiali della Torre dei Moro, edificata nel 2011.

LA DISPERAZIONE Le 70 famiglie si sono riunite nella palestra del centro Asteria per un’assemblea straordinaria chiedendo di poter «parlare con il sindaco». «Non abbiamo più nulla solo uno zaino e una maglia», dicono alcuni. «Stiamo affrontando noi tutte le spese e abbiamo bisogno di tutto, da un tetto sopra alla testa a vestiti e pc per lavorare», spiegano altri. Nel pomeriggio Giuseppe Sala ha fatto sapere che incontrerà gli sfollati venerdì mattina a Palazzo Marino. E sul problema sollevato da alcuni residenti che si sono lamentati di dover sostenere, come condominio, il costo degli alberghi, il primo cittadino ha spiegato che il Comune ha «offerto delle camere in alberghi convenzionati, mentre con il Quark (dove sono alloggiati, ndr) non abbiamo una convenzione e cerchiamo di risolvere». I condomini hanno pensato pure di istituire una raccolta fondi chiamata «aiuto subito per Antonini 32/34» ed è scattata in più forme la solidarietà via social.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 2 Settembre 2021, 12:43
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