Ilario lascia il lavoro a Milano e fa il giro del mondo in Vespa: «Facevo l'impiegato, ora vivo con 20 euro al giorno e guadagno da Youtube»

La spesa principale è quella per la benzina, che costa tanto solo in Europa. In viaggio da sei anni, ha visitato 100 Paesi

Ilario lascia il lavoro a Milano e fa il giro del mondo in Vespa: «Facevo l'impiegato, ora vivo con 20 euro al giorno e guadagno da Youtube»

di Redazione web

Il giro del mondo in sella a una Vespa del 1968 comprata quando aveva 18 anni. Oggi, Ilario Lavarra, di anni ne ha 40 e dal 2017 è in viaggio su due ruote. Il suo tour doveva durare tre anni, poi la pandemia lo ha bloccato per 9 mesi in Iran e altri 9 in Turchia. Ma non si pensi a un fortunato dal budget illimitato: originario di Milano, Lavarra ha lavorato per dieci anni, prima in una fonderia di Modena e poi in un bed and breakfast. «Ma ho capito che il mio mondo non era quello. Così i soldi non li ho investiti in un appartamento, oppure in un’auto da 30 mila euro. Non ho un budget illimitato, ma me lo godo viaggiando», ha raccontato al Corriere della Sera.

Il giro del mondo in Vespa

Le sue tappe sono tutte raccolte sul profilo Instagram «Vespanda», che è anche il nome del suo progetto.

In sella alla Vespa Gt ha percorso oltre 200mila chilometri, dormendo in tenda e spendendo circa 20 euro al giorno tutto compreso: «L’unica spesa importante è la benzina, solo in Europa è carissima. Qui (in Bhutan) costa 80 centesimi a litro, in Iran 10». I soldi che usa sono quelli risparmiati negli anni di lavoro, ma anche i guadagni che ottiene su Youtube: «Di recente ho collaborato con uno youtuber indiano che mi ha dato metà dei proventi. Non faccio grandi soldi».

Le tappe

Al momento si trova in Buthan, centesimo paese visitato, ma il suo viaggio è partito nel 2017 dall'Europa «con l’idea di toccare Capo Nord, in Norvegia, a ottobre inoltrato per poi raggiungere Cape Town, in Sudafrica, e fare un “cape to cape” intercontinentale, come alla fine è stato». Le sue due ruote ora puntano all'Australia, poi all'America. Di certo c'è, in questo viaggio senza programmazione, che ovunque vada susciti grande curiosità grazie alla sua Vespa che ha una trombetta come clacson, un campanaccio da mucca come antifurto e decorazioni accumulate in ogni tappa del viaggio. In tanti gli aprono le porte di casa, persino palazzi reali: «Qualche giorno fa sono stato ospite in un monastero buddista tra le montagne del Bhutan a 3 mila metri di altitudine. Un paio di settimane fa ho dormito in un palazzo reale dello stato indiano del Nagaland, un palazzo diviso a metà tra il confine indiano e quello del Myanmar».

Le disavventure

Nel viaggio non sono mancate le disavventure: «In Yemen volevo imbarcarmi per l’isola di Socotra, ma mi hanno arrestato e tenuto in prigione 5 giorni. In Africa ho preso il tifo e la malaria. Ho sofferto freddo glaciale o temperature a 50 gradi. Ma ovunque ho trovato persone buone, che mi hanno aiutato e accolto». Se ha intenzione di tornare in Italia? «Tornerò a Milano quando avrò un motivo in più per tornare invece che continuare a viaggiare. Un’esperienza che mi fortifica di giorno in giorno».


Ultimo aggiornamento: Domenica 5 Novembre 2023, 14:06
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