Un appello accorato quello di una specializzanda che lavora in un reparto covid. Lucilla Crudele, specializzanda del Policlinico di Bari ha scritto un lungo post su Facebook in cui descrive la situazione critica nel suo ospedale, una situazione non molto diversa da quella di marzo, se non peggiore.
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«Io li ho visti i giovani ricoverati, i figli terrorizzati, i colleghi già stremati. In questi giorni, non a marzo», si sfoga sui social sottolineando come non debba essere minimizzato il problema. «“Io li ho visti i giovani sani, non gli anziani super-obesi. Le signore con la manicure fatta e la piega in ordine, non quelle trasandate di cui pensi che magari sono disattente a loro stesse. Io li ho visti. I figli terrorizzati. Le mamme positive in ospedale con i bambini a casa. I ricoverati a cui nessuno può portare i cambi della biancheria, perché tutta la famiglia è in quarantena. E le ho ascoltate le videochiamate che abbiamo ricominciato a fare», ha poi continuato.
La perplessità del giovane medico nasce anche dall'evolvere delle condizioni climatiche.
Poi conclude con un appello: «Quindi smettiamola di dire che 15 giorni di lockdown o restrizioni dure sono la fine della nostra economia, perché nel caso che non si basa solo sul vostro pareggio di cassa, e disordini sociali. Quelli veri, non quelli programmati dalla camorra. E nel mentre tutti complottisti con i morti degli altri. A questo giro, gli altri siamo noi».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Novembre 2021, 11:00
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