Sopravvissuti ma distrutti. Tutti. Il padre che ha perso la piccola Laura di 5 anni nel rogo dell’auto colpita dalla palla di fuoco dell’Aermacchi MB-339 è un uomo a pezzi: «Dove ho sbagliato? Non sono riuscito a salvare la mia bambina, cosa avrei potuto fare di diverso?» ripete a medici e inquirenti Paolo Origliasso, insegnante di scuola guida di 48 anni.
La moglie, Veronica Vernetto, insegnante elementare di 41 anni, resta ancora in osservazione: le ustioni sono più estese e probabilmente richiederanno un intervento di chirurgia plastica. L’altro figlio, Andrea, 12 anni, è in rianimazione al Cto, con ustioni sul 30% del corpo, ma le sue condizioni migliorano e ieri è cominciato il graduale risveglio dalla sedazione. E parla di un uomo scosso anche chi ha incontrato il maggiore Oscar Del Dò, 35 anni, pilota esperto con duemila ore di volo all’attivo. «Sono profondamente addolorato per quello che è successo, sto solo pensando alla piccola Laura».
L’ipotesi che lo schianto della Freccia tricolore sia stato sia stato provocato da un bird strike - l’impatto con uno stormo di uccelli - sembra ormai certa.
Ora quei trenta secondi sono il cuore dell’inchiesta aperta dalla procura di Ivrea. Ipotesi di reato, omicidio e disastro colposi. A breve il nome del pilota sarà iscritto nel registro degli indagati: un atto dovuto perché è necessario disporre una serie di accertamenti tecnici irripetibili. L’atto non comporta accuse specifiche o attribuzioni di responsabilità. Anche l’Aeronautica ha aperto un’inchiesta interna.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Settembre 2023, 06:00
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