Non paga la droga, torturato il fratello. Undici arresti, vittime di Sora

Non paga la droga, torturato il fratello. Undici arresti, vittime di Sora

di Camilla Mozzetti

Prima gli hanno venduto la cocaina e l'eroina poi lo hanno ingaggiato nello spaccio: il 70% restava al "capo" e con il resto, la vittima di un'estorsione durata anni, riusciva comprarsi le dosi. Alla fine, venendo l'uomo arrestato, e non potendo così rientrare di un debito maturato da una partita non piazzata e di fatto persa, si sono rifatti sulla famiglia: sul fratello, sulla madre e sul padre ormai in pensione riuscendo, sotto minaccia e pure sotto il sequestro di persona, a farsi dare non meno di 300 mila euro. Alla fine le vittime, terrorizzate e con la paura che quel gruppo potesse davvero ucciderli, hanno sporto denuncia e pur ritrattando la stessa sempre per timore sono scattate le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di via in Selci che hanno portato ieri con la polizia di stato - nello specifico con il distretto Trevi-Campo Marzio che raccolse una denuncia della vittima - ad eseguire una misura di custodia cautelare a carico di 11 persone, fra cui una donna finita poi ai domiciliari, con una propaggine della banda anche a Frosinone. I pagamenti erano iniziati nel 2021 e sono andati avanti per mesi con la violenza a imporli. Quella verbale ma anche fisica perché quando la vittima esce dal carcere e ricasca nel giro della tossicodipendenza i suoi aguzzini che avevano già intascato più di 13 mila euro dal fratello si fanno nuovamente sotto fino a spaccare il volto all'uomo e a sequestrarlo per diverse ore insieme al fratello. Il primo della "lista" è Daniele Salvatori, già arrestato nel giugno scorso dai militari di via In selci e dai colleghi di piazza Dante su input della Direzione distrettuale antimafia con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. La vittima è la stessa, ovvero un uomo originario di Sora che da tossicodipendente e poi spacciatore era finito nel mirino del gruppo capitanato da Salvatori per via del fatto che la famiglia, benestante, poteva essere spremuta come un limone.

GLI INTRECCI CON SENESE

Fra gli arrestati di ieri c'è anche il cognato di Salvatori, Mirko Giuliani, classe 1978 già gambizzato in via Chiovenda nel maggio dello scorso anno. Un agguato quello sul quale potrebbero emergere a breve delle novità utili a chiarire altre dinamiche che si agitano nel sottobosco della mala. Entrambi i soggetti hanno un lungo passato alle spalle, soprattutto Salvatori se si tiene conto del fatto che l'uomo insieme ad Ettore Abramo, meglio conosciuto come "Pluto", storico volto della Nord e contiguo al fu Fabrizio Piscitelli, fu arrestato dai carabinieri il primo dicembre 2020 nell'ambito di due operazioni riconducibili a una struttura camorristica capeggiata dal clan Senese. Di più. Sempre il nome di Salvatori uscì in un'altra inchiesta dei carabinieri che proprio sul litorale smantellarono un'organizzazione costruita su più livelli con al vertice Salvatore Sibio, alias "tartaruga", in gloria ai tempi della banda della Marranella. In quell'organizzazione "militava" anche Marco Esposito, meglio conosciuto con l'alias "Barboncino" e passato poi a miglior vita. Di contro il cognato, Giuliani, inconfondibile tatuaggio sul sopracciglio, quattro anni fa ha finito di scontare una condanna per tentato omicidio, beneficiando della riduzione della pena in ragione del rito abbreviato.

I COMPLICI

Con l'ordinanza eseguita ieri sono finiti in carcere anche Claudio Turcaloro, classe 1984, Manolo Giorgio, classe 1974, Leandro Grimaldi, classe 1989, Ugo Belvedere, classe 1983, Mattia e Gianmarco Palmerini, rispettivamente di 33 e 27 anni e Massimo Lombardi, classe 1970. Tutti e a vario titolo avrebbero preso parte non solo alle estorsioni ma anche ai sequestri di persona della vittima e di suo fratello, ottenendo cifre da capogiro. Ai domiciliari Jessica Laddaga del 1981 e Manuel Pennetti, del 1996.

LE MINACCE

«Vengo e violento tua madre e sevizio tuo padre...ti taglio a pezzetti...ti metto il ferro in bocca» scriveva Daniele Salvatori al fratello della vittima per estorcere da lui il denaro che, per mesi, ha preteso e ottenuto sotto minaccia, vessazioni e sequestro di persona. È proprio nel pomeriggio del 28 giugno di due anni fa che i fratelli originari di Sora, per evitare di ritrovarsi il gruppo a casa con i genitori anziani decidono di incontrare "Danielone" a un distributore di benzina. I due vengono di fatto sequestrati e condotti in un appartamento della Capitale di proprietà di Claudio Turcaloro, finito in carcere. Uno del gruppo di Salvatori costringe i fratelli a inginocchiarsi: «ci ha puntato una pistola alla testa io ho avuto paura che mi ammazzasse - racconterà poi il fratello della vittima in fase di denuncia - mi minacciava ad alta voce dicendomi "sei il mio cane adesso ti metto il guinzaglio, adesso mi devi fare tutti i bonifici».
Camilla Mozzetti
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Aprile 2024, 08:42
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