La diffusione dell'intelligenza artificiale in varie aree della nostra vita sta creando, da diverso tempo, una serie di discussioni sul giusto utilizzo di queste nuove tecnologie e sulle problematiche che ne scaturiscono. Abbiamo assistito, per esempio, alle proteste degli artisti di tutto il mondo che hanno visto i propri lavori inseriti – senza permesso – in enorme banche dati da cui attingere per affinare l'algoritmo delle IA e far sì che il processo di apprendimento fosse migliore e più accurato. Nella situazione presente, l'intelligenza artificiale viene accusata di razzismo, e anche di grassofobia. Vediamo qual è la prova.
Il risultato inaspettato
La polemica riguarda un filtro di TikTok che, a partire dalla foto della ragazza, ne genera una completamente diversa eliminando alcune loro caratteristiche fisiche per renderle delle generiche donne bianche caucasiche. Si tratta di AI studio photo ed è stato utilizzato oltre 4 milioni di volte per trasformare l'aspetto in modo da ottenere una foto dall'aspetto professionale e retro, come fosse stata scattata negli anni '40. In base ai risultati ottenuti da molti utenti, tuttavia, sembra che l'intelligenza artificiale abbia una chiara preferenza.
Il filtro Tiktok
E.L.
Un altro esempio è quello della tiktoker Drae: nella foto generata dall'intelligenza artificiale la sua pelle viene notevolmente schiarita. Infine, la denuncia di Tracy, che nella didascalia scrive: «Non mi convincerete a stare dalla parte della IA finché non mi lascerà grassa», mentre il filtro le ha chiaramente cambiato la forma del viso, sfinandolo.
Ormai sappiamo che il pregiudizio dell'intelligenza artificiale deriva dal sistema di apprendimento e dal database di informazioni da cui attinge per imparare. Rimane, però, un mistero il perché questo problema non sia ancora stato risolto.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Novembre 2023, 21:25
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