Coronavirus, ristoratore italo-cinese denuncia: mi hanno detto che porto il virus
di Francesco Marcozzi
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«Mi chiamo JiaCun Wu sono nato in Italia, da ormai più di 10 anni vivo a Giulianova. Stamattina ho avuto la prova che il razzismo esiste ancora. Verso le 11 stavo andando presso il mio ristorante, situato sul lungomare di Giulianova, passando per la strada della pasticceria sprint e hotel cristallo. Davanti a me c’era un Suv con dentro mamma e figlia di 15 anni, parcheggiata sul bordo della strada, mentre la figlia risaliva in macchina: Mamma c’è un cinese! La mamma: chiudi la porta che questo porta il virus. Ma io dico no? Ma questa è l’educazione che date ai vostri figli?», è il suo post pubblico su Facebook.
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Una valanga di messaggi di solidarietà, compresi quelli di alcuni ristoratori italiani. Un’altra volta, sempre amareggiato, dice: «Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli. Sono italo cinese, non trattarmi come un virus, il pregiudizio e la diffidenza ci faranno diventare di nuovo estranei, ma non lo siamo, perché siamo umani, uguali che ogni giorno lottano per ottenere una serena vita e sprazzi di felicità».
Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Febbraio 2020, 11:42
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