Crollano le entrate a San Pietro, il cardinale Comastri decurta i compensi dei canonici della basilica
di Franca Giansoldati
Comastri, ormai prossimo alla pensione, riflette sullo stato delle cose. Il fatto che l'incertezza introdotta dalla crisi non consenta di fare previsioni a breve termine, ha indotto a modificare qualche passaggio. Da ora in poi gli emolumenti dei canonici e degli altri sacerdoti, visto che è venuta meno la liquidità ordinaria, «vengono prelevati da un Fondo di Solidarietà fortunatamente e prudentemente accantonato» scrive.
«Di conseguenza a partire dal mese di maggio non sarà più preparata e consegnata la busta finora usata con la distinta delle varie voci poiché si tratterà esclusivamente di un atto di solidarietà». Inoltre, aggiunge, per questo motivo contingente e per «la mancanza di fondi si provede alla distribuzione degli emolumenti con una piccola detrazione per ciascuno». Naturalmente Comastri invita a continuare a fare opere di carità, come è nella volontà di Papa Francesco.
Nella lettera si parla di una «situazione surreale» venutasi a creare con la pandemia che ha comportato la sparizione dei massicci flussi turistici che ogni giorno, da ogni parte del mondo, si mettevano in fila pazientemente per entrare a san Pietro, salire sul cupolone, visitare le grotte e le tombe dei santi e il museo annesso, fermandosi inevitabilmente a comprare souvenir nello shop interno. Era un fiume di denaro che quotidianamente si riversava nelle casse della basilica vaticana.
Il cardinale non fa mistero che il Covid è stato un disastro per le economie di San Pietro. «Ha comportato la perdita totale degli introiti che venitvano dal ingresso del museo e dai punti vendita degli oggetti». Ora - con la riapertura della basilica - la speranza è che con l'apertura della basilica qualche introito ricominci a tornare.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Maggio 2020, 09:59
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