«Il ministro Franceschini ha appena annunciato che le limitazioni sul numero degli spettatori rimarranno le stesse. E per noi è stata una notizia straordinaria. Con 200 ingressi a sera sarebbe stato un disastro. Ma anche così, con un pubblico di 500 o 600 persone, l’intera stagione lirica e di balletto è a rischio». Il sovrintendente del Teatro dell’Opera Carlo Fuortes lancia l’allarme: il cartellone del 2021 è pronto, ma congelato, gli abbonamenti impossibili.
AI WEIWEI
E prestigiose produzioni come la Turandot di Ai Weiwei, che sarebbe dovuta andare in scena a marzo, lo Schiaccianoci natalizio, il ritorno di Damiano Michieletto dopo il successo di Rigoletto al Circo Massimo e persino l’inaugurazione di dicembre con il Don Giovanni, firmato dal Maestro Gatti e dal regista Martone, potrebbero slittare di un anno intero.
GLI INCASSI
«Faremo un Consiglio a breve per valutare la situazione. Abbiamo chiuso il 2019 con un record d’incassi di più di 15 milioni di euro. Nel 2021 con le limitazioni attualmente in vigore potremmo arrivare a non più di 4 milioni. La conseguente riduzione di risorse di 11 milioni non consentirà la realizzazione del cartellone che avevamo già preparato: dieci titoli di opera, sei di balletto, più la stagione estiva a Caracalla. Tutte proposte di respiro internazionale», spiega.
Con la vertiginosa impennata dei casi Covid che sta nuovamente facendo tremare l’Italia, si è temuto che venisse ridotto a 200 il numero degli spettatori per gli spettacoli al chiuso.
GIAMBRONE
Un’iniezione di speranza, ma non una soluzione definitiva. Francesco Giambrone, soprintendente del Massimo di Palermo e presidente dell’Anfols, l’associazione che raccoglie le 14 fondazioni liriche italiane commenta: «Siamo contenti che la capienza delle sale non verrà toccata, anzi contentissimi, solo che purtroppo per noi non basta. Da quando abbiamo riaperto, la nostra è una condizione di non sostenibilità, anche 500 spettatori sono troppo pochi». I dati, continua, sono allarmanti: «Oggi nessun teatro lirico italiano è in condizioni di presentare un bilancio di previsione 2021 né di annunciare una stagione, abbiamo bisogno di risorse».
«Negli ultimi anni, grazie alla risposta del pubblico, il nostro teatro è stato risanato con grandi sforzi. E i conti sono in attivo. Ora, noi, come gli altri teatri lirici, rischiamo di perdere questo equilibrio tra qualità e compatibilità economica e finanziaria», conclude il sovrintendente Fuortes.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Ottobre 2020, 19:52
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