Mostra del cinema di Venezia: ZeroZeroZero, il narcotraffico di Sollima tra sfide, soldi e polemiche
di Gloria Satta
IL VIAGGIO DELLA COCA
Intanto il Lido applaude (fuori concorso) ZeroZeroZero, «una produzione più che costosa, diciamo pure ultra-costosa», precisa il produttore Riccardo Tozzi di Cattleya. E i soldi spesi si vedono tutti: riunioni segrete dei criminali, inseguimenti, sparatorie, scene d'azione altamente spettacolari ambientate tanto sulle strade di Monterey quanto tra i paesaggi impervi dell'Aspromonte, e una trama fitta di colpi di scena snodata tra Messico, Stati Uniti, Calabria, Europa e Africa fanno degli 8 episodi (attesi su Sky Atlantic all'inizio del 2020), uno dei punti di forza di questa Mostra. Protagonista è il percorso internazionale della cocaina, «l'unica materia che procura guadagni pari al petrolio e mette il turbo all'economia mondiale», spiega Saviano. A differenza di serie popolari come Narcos, «ZeroZeroNero non parla del narcotraffico ma del capitalismo contemporaneo: secondo l'Onu la grande crisi di liquidità delle banche, nel 2008, venne superata grazie ai proventi della droga». E in questo scenario, l'Italia gioca un ruolo di primo piano: «La coca ha le foglie in Sud America e le radici nel nostro Paese: è da noi che si dettano le regole del narcotraffico».
LA POLEMICA
Secondo lo scrittore, c'è un modo tutto italiano di raccontare il crimine: «È quello che non cerca l'intrattenimento ma illustra la realtà rifacendosi al cinema di Francesco Rosi e al neorealismo». Ma perché la gente si droga? «Perché esiste un disagio diffuso in tutti gli ambienti. La vita fa schifo». La soluzione? «Legalizzare gli stupefacenti: prosciugherebbe le risorse della criminalità». E scatta puntuale la polemica. «Tesi folle e devastante, farneticazione pura», insorge da Roma il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. «Le droghe e il crimine vanno combattute di pari passo».
REDUCE
Sollima, reduce dall'avventura internazionale di Soldado e in attesa di girare a Hollywood Without Remorse dal romanzo di Tom McClancy, in ZeroZeroZero ha diretto Gabriel Byrne, Dane DeHaan, Andrea Riseborough, Harold Torres, Tcheky Karyo e i nostri ottimi Giuseppe De Domenico, Adriano Chiaramida, Francesco Colella.
«Ho affrontato tre sfide: trasferire sullo schermo la complessità del romanzo di Saviano, raccontare le conseguenze del nacotraffico nella vita di tutti, ambientare le riprese in 4 continenti», spiega il regista, 53 anni.
SERGIO LEONE
Girerà l'anno prossimo Colt dalla sceneggiatura postuma di Sergio Leone: si sente il suo erede? «No, magari lo fossi. Chiudo semmai un cerchio: da piccolo ho frequentato i set dei western di mio padre Sergio e m'intriga tornarci da regista». Ieri sono passati in concorso Gloria Mundi di Robert Guédiguian (lotta di classe a Marsiglia) e A Herdade di Tiago Guedes, ovvero 40 anni di storia del Portogallo.
E brilla a Orizzonti Nevia, l'opera prima di Nunzia De Stefano, ex moglie di Matteo Garrone che ha prodotto il film. Protagonista è una combattiva 17enne (l'esordiente Virginia Apicella) che vive in un container post-terremoto alla periferia di Napoli, proprio come la regista da adolescente. «Ma il film non è solo autobiografico», spiega Nunzia, «racconta la storia di una ragazzina che vuole emanciparsi dal suo destino e la forza di tutte le donne». Tra queste, indimenticabile la nonna cattiva interpretata dalla cantante Pietra Montecorvino.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Settembre 2019, 09:15
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