Il miracolo di Wenders? Rendere noioso il papa
di Boris Sollazzo
Wenders non riesce a creare alcuna distanza dal soggetto, sembra Emir Kusturica con Maradona ma senza quella cialtrona ironia del cineasta balcanico. Decide di imprigionarlo in un santino, di raccontarci - con un terribile spiegone fuori campo letto in italiano dal regista stesso, tanto che all'inizio sospetti sia Ratzinger - un'immagine promozionale del Papa. Alternata a stralci di fiction in bianco e nero in cui l'ottimo Ignazio Oliva interpreta un San Francesco più Don Matteo che rivoluzionario. Delittuoso: perché ha il protagonista migliore - le cose più belle le fa Papa Francesco, dal racconto della preghiera per mantenere il senso dell'umorismo ai comizi religiosi oceanici, in uno dei quali vediamo Gesù alle sue spalle (Jim Caviezel, il Cristo di The Passion) fino al discorso alla Curia, lucido, feroce e pessimamente montato - e la grande possibilità di mostrarci un uomo straordinario. Wenders, invece, riesce a renderlo noioso, pedante, bidimensionale. Quello sì, un vero miracolo.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Ottobre 2018, 09:45
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