Vinitaly, il vino nostrano pronto a riconquistare
il mercato. A Verona si incrociano Tosi e Zaia

Vinitaly, il vino nostrano pronto a riconquistare ​il mercato. A Verona si incrociano Tosi e Zaia

di Gigi Padovani
ROMA - Vinitaly. la kermesse con il più alto contenuto alcolico, parte con il botto. I produttori levano i calici ai risultati del mercato interno. Ormai da molti anni il vino italiano vende di più all'estero che nel nostro Paese: la crisi infatti ha colpito a lungo enoteche, ristoranti e grande distribuzione.





«Ma ora si respira un'aria nuova di ottimismo», ammette Francesco Ricasoli, titolare della storica azienda toscana: «Nel 2014 siamo cresciuti in Italia, anche se rappresenta per noi meno del 20% delle vendite». Fino a mercoledì, insomma, alla Fiera di Verona si brinda al successo. Dalla Sicilia, analizza Josè Rallo di “Donnafugata”, che colloca sul mercato interno due terzi dei 2,6 milioni di bottiglie all'anno: «Abbiamo chiuso con una crescita in Italia a doppia cifra. E riparte anche la ristorazione, specie di qualità».



La conferma arriva anche sul primo bimestre del 2015, secondo i dati forniti da Coldiretti. Dice il presidente, Roberto Moncalvo: «Finalmente a gennaio e febbraio si è registrato un aumento dell'1,9% sull'anno precedente». Conferma la veronese Marilisa Allegrini, che ha fatto conoscere al mondo il suo “Amarone”: «Per il nostro gruppo, che produce 4,3 milioni di bottiglie, il segno è del 18%, con oltre il 12% di consumatori italiani».



Tra telecamere, chef, degustazioni – affollata quella del “patriarca” Angelo Gaja - a Vinitaly si guarda con ottimismo (e qualche dubbio) anche al prossimo Expo2015 di Milano. Spiega Pietro Ratti, presidente del Consorzio Barolo e Barbaresco: «A 40 giorni dall'apertura non sappiamo ancora come sarà presente la Regione Piemonte e come saranno rappresentati i nostri vini…». Si spera molto nell'arrivo a Milano dei turisti e degli operatori asiatici, oltre alla ripresa del mercato americano, grazie all'euro debole rispetto al dollaro, come confidano le sorelle Francesca e Valentina Argiolas, dalla Sardegna. Perchè il vino italiano fa “cin cin”.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Marzo 2015, 10:42
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