Università killer: ecco i 5 casi di cronaca
nera legati agli atenei italiani

Università killer: ecco i 5 casi di cronaca nera legati agli atenei italiani
ROMA - I corridoi di facoltà in questi anni non sono stati dei posti tanto sicuri tanto che alcuni atenei sono diventati dei veri e propri “luoghi del delitto”.

La redazione di Skuola.net ricorda 5 casi di cronaca nera che hanno visto protagonista l’università italiana.



Università sotto tiro. In tutti i sensi. Negli ultimi anni i corridoi dell’università si sono trasformati in scene del delitto perfetto, neanche fossimo in un libro di Agatha Christie o in un film di Dario Argento. Vi chiederete perché tutto questo clamore, perché prendersi la briga di fare l’analisi di queste macabre vicende. Ebbene, in questi giorni avrete sicuramente sentito in Tv o letto sui giornali dell’assunzione di Giovanni Scattone come prof di ruolo di Psicologia presso l’istituto Einaudi di Roma. Chi è Giovanni Scattone? Per chi se lo fosse perso, il docente in questione non è proprio uno sconosciuto. È infatti noto alle cronache perché nel 1997 fu coinvolto in uno dei casi di cronaca nera più chiacchierati e discussi di sempre: l’omicidio di Marta Russo, una studentessa universitaria di 22 anni. Skuola.net (http://www.skuola.net/news/notizie-universita/5-omicidi-universita-italiane-cronaca-nera.html) , facendo un giro negli archivi di cronaca nera degli ultimi anni, ha visto che questo non è stato l’unico caso che aveva come sfondo le aule universitarie.



#5 Il delitto della Cattolica



Che poi uno pensa di star sicuro, si dice tra se e se, “ma si vado all’università a seguire la lezione”, non sta mica li a pensare che potrebbe diventare protagonista di un thriller. Peccato che nel 1971 uno dei casi di cronaca nera in cui furono implicati studenti fu il Delitto della Cattolica. Nella vicenda, avvenuta il 24 luglio 1971, fu coinvolta Simonetta Ferro, uccisa con 33 coltellate di cui 7 mortali e 12 su ventre, collo e volto. Il suo cadavere fu rinvenuto la mattina del 26 luglio da un seminarista che frequentava la facoltà di Filosofia nei pressi delle scale del Blocco G dell’Università. Il caso resta ancora irrisolto.



#4 Sangue a Bologna



Correva l’anno 2005 quando tra i corridoi dell’Università di Bologna si consumò un delitto passionale che fece molto scalpore nelle pagine di cronaca nera. I protagonisti, Domenico Bottari di 32 anni e Riccardo Venier, giovane studente di 22. L’omicidio si legò ad un combinazione di sentimenti non corrisposti e presunte tendenze omosessuali, sfociate poi in un delitto di sangue. Domenico Bottari, professore di matematica uccise a sangue freddo con 7 colpi di pistola il giovane studente Riccardo, spegnendo la sua giovane vita per un presunto amore non ricambiato. La raffica di fuoco rimbombò negli stessi corridoi del dipartimento di Matematica dove da poco Riccardo aveva superato il suo esame. Il docente confessò subito, incapace di reggere il senso di colpa per il gesto imperdonabile.



#3 Delitto di famiglia a Padova



Un parricidio degno di una tragedia greca. Padre e figlio, vittima e carnefice di una irreale “vicenda di giustizia”. Luigi Pasimenti, docente all’università di Padova fu vittima di Paolo, suo figlio, studente dello stesso ateneo dove il padre svolgeva le lezioni. Nel 2001 Luigi Pasimenti venne a conoscenza di una irregolarità perseguita dal figlio. Infatti il ragazzo avrebbe falsificato i voti di un esame e per evitare l’onta e l’accusa del padre, Paolo lo spintonò prima e poi lo uccise causandogli la morte con dei colpi di bastone. Il corpo di Luigi venne trascinato nei giardini dell’ateneo e bruciato con dei prodotti infiammabili prelevati dal laboratorio chimico dell’università fino a renderlo irriconoscibile. Il protagonista del folle gesto, dopo ore di interrogatorio crollò, confessando l’uccisione del padre.



#2 La morte in Erasmus



La morte in Erasmus potrebbe sembrare il titolo di un libro Truman Capote. In realtà è un fatto vero degno delle prime pagine di cronaca nera. Accadde nel 2007, la location è un appartamento di studenti, i personaggi di questa raccapricciante vicenda quattro ragazzi: Rudy Guede, cittadino ivoriano, Amanda Knox e Raffaele Sollecito (coautori del fatto), e Meredith Kercher, la vittima. La sfortunata studentessa fu ritrovata morta nella sua stanza e la scena che si presentò davanti gli occhi di chi la rinvenne fu un corpo inerme con la gola tagliata. L’omicidio, che 8 anni fa scosse la tranquilla città di Perugia, resta ancora uno dei casi più famosi di sempre e tra i fatti giudiziari più complicati e difficili da spiegare.



#1 L’omicidio di Marta Russo



Marta stava solo passeggiando nel cortile dell’Università La Sapienza di Roma, non stava pensando che i suoi 22 anni sarebbero finiti in un giorno di maggio per colpa di una proiettile alla testa. Il 14 maggio del 1997 è una data macchiata di sangue nelle cronaca nera italiana. Marta Russo, giovanissima studentessa di Giurisprudenza, fu vittima di un omicidio che negli anni divenne un complicato caso giudiziario. Mentre passeggiava con una sua amica nel cortile dell’ateneo fu raggiunta da una pallottola alla testa e morì dopo 5 giorni di ricovero in ospedale. Ad essere accusati in vari gradi di giudizio furono Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, all’epoca dei fatti assistenti di Filosofia del Diritto. Dopo le ricostruzioni Scattone fu il primo ad essere condannato per aver premuto il grilletto, sebbene ancora oggi neghi il fatto e ritenga ingiusta la condanna. Oggi, a distanza di anni, ottiene una cattedra per Psicologia: ma le polemiche che sono nate subito dopo la sua assunzione lo hanno indotto a rinunciare.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Settembre 2015, 17:17
© RIPRODUZIONE RISERVATA