La Sapienza in missione per i tesori della Turchia: «Così splende la Collina dei Leoni»

Dopo il sisma nell'Anatolia del Sud, riparte l'impresa dell'Ateneo di Roma ad Arslantepe, gioiello patrimonio Unesco grazie alla sinergia con la Turchia

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di Laura Larcan

La scoperta avvenne durante l’orario di straordinario, subito dopo la pausa pranzo. «Io mi attardavo per un caffè e la mia maestra Alba Palmieri stava già sul sito. Ad un certo punto l’ho vista scendere come un razzo lungo il sentiero che avevamo scavato sulla collina, urlando “se è uno scherzo vi ammazzo...”. Non era uno scherzo. Il suo entusiasmo mi ha insegnato tanto». Parla con lo stesso vivido entusiasmo Marcella Frangipane, l’archeologa della Sapienza che per 45 anni della sua vita ha guidato la missione universitaria di ricerca ad Arslantepe, meraviglia della Turchia del IV millennio a.C., riaffiorata dalla terra millenaria dell’Anatolia orientale, nella piana di Malatya, in quella porzione di alto Eufrate al confine con la Mesopotamia.

L’entusiasmo era legato alla scoperta delle prime spade del mondo, un gruppo unico di dodici eleganti lance e nove spade di rame. Riaffioravano all’interno del grande palazzo pubblico, la prima testimonianza storica di stato: «di una società “statale” organizzata...», commenta la professoressa Frangipane, che per l’impegno nel gioiello dell’Anatolia è stata inserita nella National Academy of Sciences degli Usa, unica donna italiana. Qui nasceva la prima società statale, culla della civiltà.

LA MOSTRA

Nel 2021 per Arslantepe arrivava persino il riconoscimento dell’Unesco, grazie all’impresa archeologica della Sapienza che quest’anno celebra i 63 anni complessivi (guidata da quasi tutte donne) con una stretta collaborazione con le autorità e gli studiosi turchi. Lo hanno ribadito il vice ministro della Cultura e del Turismo Gökhan Yazgı, e l’Ambasciatore a Roma Ömer Gücük che insieme alla rettrice Antonella Polimeni hanno inaugurato la mostra fotografica arricchita da installazioni multimediali dedicata allo straordinario sito archeologico. Un racconto tra scoperte e studi che poi toccherà Istanbul e Malatya, dove andrà ad arricchire il nuovo visitor center di Arslàntepe pronto ad inaugurare nella prossima primavera, grazie all’impegno delle autorità turche. Una collina dei leoni più forte del terremoto, che ha coinvolto la piana di Malatya e la Turchia Sud-orientale.

L’impegno della Sapienza continua. «Abbiamo subito ricominciato a lavorate - racconta Francesca Balossi Restelli, l’archeologa della Sapienza che dirige lo storico scavo ad Arslantepe, con alle spalle almeno 28 anni di ricerca sul posto - Dopo i primi sopralluoghi a ridosso dell’emergenza del sisma, abbiamo avviato i lavori di messa in sicurezza e restauro tra giugno e settembre del 2023, con la stagione buona.

Il Palazzo è rimasto illeso, ma le mura di epoca ittita hanno registrato alcuni cedimenti, così come le fondazioni. Abbiamo rinforzato le strutture murarie e ora il sistema monumentale è tutto stabile. Non ci fermiamo, ovviamente. Torneremo nell’estate prossima per finire il restauro delle fortificazioni. E di pari passo la ricerca continua. Stiamo andando ad indagare i livelli più antichi del V fino al VI millennio».

I SEGRETI DEL PALAZZO

A cinque chilometri dal centro della città di Malatya, presso il villaggio di Orduzu, puntellato di sterminate piantagioni di albicocche (il frutto che caratterizza tutto questo territorio straordinario), l’équipe della Sapienza, è pronta a proteggere e valorizzare la collina di Arslantepe, in stretta sinergia con i colleghi della Inönü Università di Malatya, e lo staff della Direzione generale delle Antichità della Turchia. «L’importanza di Arslantepe è legata alla scoperta del Palazzo - sottolinea Marcella Frangipane - il primo esempio riconosciuto di edificio pubblico della storia, che si ricollega alla nascita dello stato. Cioè, qui ad Arslantepe abbiamo le prove documentate della nascita della burocrazia, della nascita di figure di burocrati che operano in nome dell’autorità di forma laica, non coperta dal consenso religioso».

I RICORDI

In decenni di scavo e vita in questo sito straordinario, tanti sono gli episodi legati alla gente del posto: «Ricordo quando nel 2019 venne la delegazione dell’Icomos per la procedura per l’iscrizione del sito nel patrimonio dell’Unesco - dice Marcella Frangipane - La presidente volle fare un incontro con la gente del villaggio per capire che impatto avesse questo sito sulla popolazione. Invitai gli operai a partecipare. Lei si rivolse a loro chiedendo: quanto è importante Arslantepe per voi? E il nostro operaio più anziano si alzò in piedi, la guardò dritto negli occhi e battendosi la mano sul petto disse: Arslantepe è nostra...».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Marzo 2024, 20:05
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