Roberto Vecchioni, il figlio Arrigo morto a 36 anni: «È stato il crollo del mondo, ma lo sento dentro di me. Mia moglie ha riempito la mia vita»

Domenica 25 Giugno 2023, 10:55

La malattia

«Lui era bipolare, ho una metafora: un giorno, tornando dall’ospedale vicino Piacenza dove lui andava a fare terapia, abbiamo preso la Statale per andare a Desenzano ed era piena di autovelox. Gli ho detto “Facciamo una cosa: tu guida, passa, ogni volta che c’è un autovelox te lo dico e tu rallenti”. Abbiamo fatto questa strada di corsa e sembrava la vita, proprio. Corsa, corsa corsa e ad ogni autovelox lo fermavo. Quando siamo arrivati lui mi ha abbracciato e mi ha detto: “Li abbiamo fottuti tutti, papà”. E invece un autovelox ci aveva beccati. Ho tentato di dire: “Non è colpa sua, ma mia, guidavo io”. “Eh no…” hanno risposto. “… abbiamo visto, prendiamo lui”». Questa è la morte di mio figlio: gli autovelox della vita». Il brano che Roberto Vecchioni aveva dedicato a suo figlio si concludeva con un una doppia domanda, ricorda Veltroni: «Dimmi dimmi cosa ne sarà di te/ dimmi cosa dimmi cosa ne sarà di me». Il cantautore la spiega così: «Lui non lo sapeva cosa sarebbe stato di sé. Non potevo chiederglielo, però potevo chiedergli cosa ne sarà di me. Nella sua intelligenza avrebbe risposto: “Padre non smettere mai di correre per quella strada, perché è la tua vita”. Mi avrebbe risposto così».

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