Silvio Berlusconi - Forza Italia
La gara delle correnti per controllare il partito
Non è un mistero che oggi Forza Italia più che per vincere, lotti per resistere. Per sostanziare cioè quell’8 per cento faticosamente ottenuto al voto dello scorso 25 settembre, e quel ruolo di ago della bilancia nella coalizione di governo diventato ragione stessa di sopravvivenza. La sfida per Silvio Berlusconi è però difficilissima. E lo dimostra la sua marcata presenza in campagna elettorale. Che si trattasse di Roma o Milano, un saluto o un videomessaggio, non è mai mancato a nessuna convention.
Chi invece si è visto solo “a sedi alterne” sono Tajani e Ronzulli. Il primo, plenipotenziario a Roma, punta ad un risultato “facile” e una presenza discreta a via della Pisana, senza troppo pestare i piedi a FdI (come all’interno dell’esecutivo). La seconda, battagliera leader degli eletti azzurri e del Nord, è costretta a lottare con il fantasma di Moratti, rischiando di un’irrilevanza sostanziale al Pirellone. Schiacciata più che dal calante radicamento salviniano, dall’esplosiva crescita meloniana.
L’aria non è ancora quella della resa dei conti ma se i risultati di oggi e domani dovessero consegnare al partito cifre insoddisfacenti, la pressione azzurra su Giorgia Meloni aumenterà a dismisura.