Metro A Repubblica riapre dopo 8 mesi. Raggi chiede scusa. I cittadini: «Vergogna mondiale»

Metro A, Repubblica riapre dopo 8 mesi

di Alessandra Camilletti
Era pronta anche la torta. Taglio della prima fetta previsto alle 17, con la riapertura della fermata Repubblica della metro A dopo otto mesi di chiusura. E invece niente, festa guastata. Se ne riparla oggi quando si spezzerà il vuoto di collegamento tra Termini e Spagna. La stazione sarà riaperta dalle 5.30 con quattro scale mobili su sei. Tra le due chiuse, quella saltata il 23 ottobre, con il ferimento di 24 tifosi del Cska Mosca, per cui si attende il piano di intervento.

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Proprio nella giornata di sciopero del trasporto pubblico ieri era attesa la riapertura, «il giorno buono» sospirano fin quasi a metà pomeriggio i commercianti della zona, e anche l'ora buona, in concomitanza con la ripartenza della linea per la fascia di rispetto dello sciopero dalle 17 alle 20. Queste erano le indicazioni venute dai tecnici, dice il Comitato. Poi invece, con polemica, la torta torna in freezer e questa mattina verrà cambiato il numero scritto sopra: riapertura non più dopo 245 giorni di chiusura, ma dopo 246. A cambiare le cose, alle 16.30, il tweet della sindaca Virginia Raggi: «La stazione Repubblica riaprirà domani mattina in sicurezza. Ci scusiamo per i disagi che cittadini e commercianti hanno dovuto affrontare in questi mesi a causa dei lavori straordinari di manutenzione». A seguire la comunicazione di Ama, il cui presidente e ad Paolo Simioni aveva fatto un sopralluogo in mattinata: «Conclusi con esito positivo i collaudi alla stazione metro Repubblica: riaprirà domattina alle 5.30. Nel corso della giornata di oggi verranno completate le operazioni di messa in sicurezza e pulizia della stazione».



LA REAZIONE
I commercianti non ci stanno. «Certo che siamo contenti che la metro riaprirà, ma ci sentiamo presi in giro. Volevamo festeggiare la riapertura della metro ma è ancora un annuncio disatteso», sbotta Angelo Mantini, portavoce del Comitato Riapertura metro Repubblica, che alle 17, invece di tagliare la torta, si ritrova a prendere banchetto e megafono per dare ancora una volta voce alla protesta della piazza: «E che cosa c'è di straordinario in otto mesi quando riapriremo solo quattro delle sei scale. Quella che si è rotta non è stata riparata. Si poteva costruire una nuova stazione».

Mezza giornata sembra un soffio, ma qui ha il peso di un macigno. «Era importante aprire oggi perché dopo 245 giorni ogni giorno che passa è importante, è come aspettare qualcosa che non si definisce mai sottolinea Mantini L'apertura oggi non era una nostra idea. Sono state le persone che lavorano qui sotto a dire a tutti i negozianti che la metro poteva riaprire già alle 10. Solo che c'è sciopero e allora le 17. Poi forse qualcuno ha pensato che è meglio aprire domani alle 5.30, nel più completo anonimato». Ad un certo punto sparisce il cartello che segnava la chiusura della metro e il display non ha più l'indicazione off-limits, poi tutto torna alla situazione di lunedì. Esponenti del Comitato annunciano la presenza per le 5.30, per l'apertura dei cancelli. Alle 9.30, invece, il ritrovo in piazza, torta compresa, come due mesi fa si era brindato per protesta. «E la foto quotidiana che pubblichiamo su Facebook in bianco e nero diventerà a colori», annuncia Mantini.

I consumatori: vergogna mondiale. «Il caso della stazione della metro Repubblica a Roma ha rappresentato una vergogna per la città agli occhi del mondo intero, e non possono certo bastare le scuse del sindaco Raggi a placare la rabbia di cittadini e negozianti».
Lo afferma il Codacons in una nota, commentando la notizia della riapertura della fermata. «Le scuse di Virginia Raggi sono rispedite al mittente e non vengono accettate né dagli utenti, né dagli esercenti - spiega il presidente Carlo Rienzi - Chi vive e lavora nella zona di Repubblica, così come i turisti e i titolari di attività commerciali nell'area, ha subito un danno evidente e se il sindaco pensa che possa finire tutto a 'tarallucci e vinò si sbaglia di grosso. Gli abbonati Atac devono ottenere un equo indennizzo per il disservizio subito e gli esercenti il risarcimento per la riduzione del giro di affari della propria attività come conseguenza della prolungata chiusura della stazione».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Giugno 2019, 20:11
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