Rieti: alcol, droga e degrado dietro la violenta rissa di sabato davanti alla “Sisti”

Alcol, droga e degrado dietro la violenta rissa di sabato davanti alla “Sisti”

di E.F.

RIETI - Bottiglie di birra e di spumante da poco prezzo abbandonate sul muretto della scuola media Basilio Sisti, nell’area di largo Bonfante - nuovo centro di ritrovo e di aggregazione di tantissimi giovani reatini - sono spesso i resti di pomeriggi in compagnia, dove l’utilizzo di alcol diventa un pericoloso diversivo. Un centro storico che spesso finisce così in pugno a situazioni di degrado e degenerazione urbana con uno sfogo che, a volte, si trasforma in episodi di aggressione o sotto il volto – non certo meno allarmante – del fenomeno dello spaccio mordi e fuggi nei vicoli e nelle stradine del centro storico. Non siamo certo nei sobborghi malfamati di una metropoli e le dovute proporzioni sono d’obbligo ma questa sembra essere l’altra faccia di una Rieti sottotraccia e un po’ più nascosta. 
Circostanze che, inevitabilmente, fanno serpeggiare tra i residenti – soprattutto tra persone sole o anziane - timore e preoccupazione, creando contestualmente un allarme sociale laddove i soggetti coinvolti sono giovani minorenni. L’aggressione avvenuta sabato scorso ai danni di un giovane reatino da parte del 17enne F.B. e di altri suoi amici riporta pericolosamente, seppur con le dovute distanze, a tristi episodi di cronaca nazionale. Una vicenda che – come ricostruito dalla polizia – è scaturita tra l’altro sotto la spinta dell’alcol, in quelle giornate in cui avrebbe giovato più un intervento dei genitori che quello della polizia. Una zona, il piazzale antistante la scuola Sisti, tuttavia sempre monitorata dalle forze dell’ordine e in particolare durante questo momento di emergenza sanitaria per evitare pericolosi assembramenti.

L'altro aspetto
L’altra faccia della medaglia di un centro storico cittadino da attenzionare in alcune specifiche aree (come San Francesco o via Pellicceria e dintorni) è quella legata ad episodi di spaccio. Una via abbandonata – la definiscono alcuni residenti di via Pellicceria - dove le persone anziane o sole hanno timore ad uscire quando c’è buio: «Si assiste frequentemente ad episodi di spaccio – racconta la 70enne C.D. – sia di giorno che di sera. Io che sono sola attualmente ho paura anche ad uscire di casa. Non porto più con me né borsa, né bracciali». Continui i solleciti e gli interventi effettuati dalle forze dell’ordine ma la situazione non sembra essere troppo migliorata: «Sono scambi veloci – prosegue la reatina – acquirenti e spacciatori si dileguano in un attimo in bicicletta e non è facile coglierli in flagranza nonostante l’impegno degli agenti». 
Non solo lo spaccio sembra aver tenuto banco in via Pellicceria: «Fino ad alcuni mesi fa – prosegue – prima dell’emergenza Covid c’era anche una straniera che si prostituiva con un certo viavai di persone sconosciute nell’arco della giornata lungo la via».

Ma via Pellicceria sembra essere anche un luogo un po’ messo da parte dalle istituzioni pure nelle piccole cose: la storica fontanella in pietra d’estate rende impossibile dormire a finestre aperte a causa dello scrosciare del getto da quando non c’è più la traversa metallica che ne smorzava il rumore: «Ho più volte segnalato il problema in Comune presso gli uffici competenti – racconta la 70enne reatina - ma sono state effettuate soltanto soluzioni posticce e ogni estate siamo sempre con lo stesso problema. D’estate sono costretta, nei giorni più caldi, a dormire a casa di un’amica». Segnalazioni di piccole attività di spaccio e compravendita di droga arrivano anche dal rione San Francesco teatro nel tempo di numerosi arresti e operazioni di polizia.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Gennaio 2021, 00:10
© RIPRODUZIONE RISERVATA