Salvini a Milano? Chi l'ha visto: il leader della maglia nera nelle presenze in consiglio comunale

Salvini a Milano maglia nera nelle presenze in Comune

di Paola Pastorini, Simona Romanò
MILANO - Campione di voti nel Belpaese, maglia nera in consiglio comunale a Milano. Matteo Salvini, il leader del Carroccio che in questi giorni sta dominando nelle trattative per la formazione del nuovo governo, ha poco amato stare seduto nell’aula di Palazzo Marino dove è stato eletto per la Lega nel 2016 con 8000 preferenze.

Lo dicono i dati 2017. Su 82 sedute del consiglio comunale è stato presente 13 volte, con una percentuale che tocca il 15,16 per cento. A onor del vero è stato in buona compagnia. Tra gli altri colleghi che hanno poco frequentato l’assise cittadina, spiccano Stefano Parisi (ex candidato alla Regione Lazio per il centrodestra, nel 2016 in corsa per la carica di sindaco a Milano) che ha partecipato a 26 sedute. Anche il sindaco Giuseppe Sala con le sue 36 presenze non spicca per assiduità; e se la gioca con Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia, ora capogruppo del partito alla Camera, con 34 presenze.

Otto, invece, i virtuosi con il cento per cento delle sedute seguite: gli azzurri Gianluca Comazzi e Silvia Sardone; il leghista Massimiliano Bastoni; i democratici Simonetta D’Amico, Carlo Monguzzi e Roberta Osculati; Basilio Rizzo della Lista Civica Milano in Comune e il grillino Simone Sollazzo. Certo i risultati delle politiche hanno dato ragione al leader leghista che, fin da quando era un giovane cronista di Radio Padania, ha fatto del suo rapporto diretto con le persone la carta vincente della sua popolarità. Dall’entourage lo giustificano senza se e senza ma: «È stato impegnato nella ricostruzione del centrodestra e a portare la Lega dal 4 al 17% delle politiche», commentano i fedelissimi. Sacrosanto sottolineare che Salvini non percepisce alcun gettone di presenza dal Comune di Milano visto il divieto di cumulo con il suo stipendio da europarlmentare. Guai dunque a chiamarlo assenteista. «A Milano è stato sempre presente. Ma ha preferito incontrare pensionati, associazioni, comitati cittadini che hanno esposto le proprie esigenze anziché rimanere in aula per ore, magari per discutere di una virgola. E i risultati si sono visti», sottolinea Alessandro Morelli, capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino. C’è da chiedersi se così la pensano anche gli ottomila che lo hanno votato nel 2016.
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Aprile 2018, 09:19
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