Da una parte l'allerta di Giorgia Meloni: chi attacca noi, «nuoce all'Italia». Dall'altra il programma unitario che prende vita. Il centrodestra si affaccia sull'uscio di Palazzo Chigi. La partita è ancora da giocare e la scadenza sulle liste si avvicina, ma la testa è già al governo.
Giorgia Meloni medita l'ultimo strappo: via la fiamma dal logo del partito
IL PROGRAMMA
Il programma è il risultato di una trattativa al millimetro. Generico quanto basta sui punti più divisivi. Numeri e stime appaiono qua e là, con il contagocce. Sulla flat tax c'è l'intesa. Non sulle aliquote - la Lega voleva il 15%, Forza Italia il 23%, si vedrà - ma sulla sostanza sì. C'è infatti l'«estensione della flat tax per le partite Iva fino a 100.000 euro di fatturato» e l'impegno di introdurre una tassa piatta «sull'incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti, con la prospettiva di ulteriore ampliamento per famiglie e imprese». Soluzione che per ora mette d'accordo tutti. Ma il documento parte, non a caso, dalla politica estera. Con la promessa di rispettare «gli impegni assunti nell'Alleanza Atlantica» e la «piena adesione al processo di integrazione europea». C'è la garanzia per un «pieno utilizzo delle risorse del Pnrr, colmando gli attuali ritardi di attuazione». «L'Italia potrà avere un governo coeso e capace di dare al Paese delle risposte concrete», esultano gli alleati in una nota congiunta. Il testo è un piccolo capolavoro di equilibrismo. Nel capitolo riforme istituzionali, per dire, il presidenzialismo caro a Fdi convive senza colpo ferire con l'autonomia rivendicata dai leghisti. Sul lavoro invece viene ribadito il «taglio del cuneo fiscale in favore di imprese e lavoratori». Così come una revisione sostanziale del reddito di cittadinanza targato Cinque Stelle senza però cancellarlo del tutto: sarà sostituito da «misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro», scrivono i pattuenti. Non poteva mancare un passaggio sulla sicurezza che vede esultare Salvini. I decreti Sicurezza introdotti dal governo Conte uno torneranno e saranno affiancati dal «controllo delle frontiere e blocco degli sbarchi», come va chiedendo da tempo Meloni.
LA STRATEGIA
La leader di Fdi, intanto, lancia un messaggio all'estero. «Se vince Fdi l'Italia non crolla in un buco nero.
IL NODO SICILIA
Non che in campagna elettorale tutto fili liscio. Sugli allori del centrodestra coccolato dai sondaggi, ad esempio, è atterrata la tegola Sicilia. Le dimissioni a sorpresa del governatore uscente in quota Fdi Nello Musumeci non sono bastate a frenare le tensioni tra alleati, con Lega e Fi a difendere la candidatura dell'azzurra Stefania Prestigiacomo. Un incidente che da dentro Fdi si affrettano a derubricare come «locale». «Se i sondaggi dicono il vero, stiamo vincendo la partita 3 a 0 - riflette un dirigente vicino a Meloni - e quando vinci così, devi palleggiare fino ai tre fischi finali».
Ultimo aggiornamento: Sabato 13 Agosto 2022, 14:17
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