Cartelle, rottamazione fino al 2019 e sconti per la crisi Covid. In arrivo anche nuovo "saldo e stralcio"

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di Michele Di Branco

Piano in tre mosse per alleviare le difficoltà dei contribuenti alle prese con i debiti tributari. Il governo prepara nuove sanatorie per le cartelle esattoriali. E, dunque, si arricchisce il pacchetto fiscale del decreto Ristori cinque che il governo dovrebbe varare la prossima settimana, dopo le comunicazioni del premier, Giuseppe Conte, alle Camere, e il via libera del Parlamento alla nuova richiesta di extra deficit di 32 miliardi che, si legge nella relazione presentata da Palazzo Chigi, consentirà quest’anno di mobilitare risorse di cassa per 50 miliardi.

Le sanatorie sono state preparate la scorsa settimana da una “proroga ponte” che prevede lo slittamento, dal 31 dicembre 2020 al 31 gennaio 2021, dei termini per la notifica di tutti gli atti di accertamento, di contestazione, di erogazione delle sanzioni, di recupero dei crediti di imposta, di liquidazione e di rettifica e liquidazione. Sono stati inoltre sospesi fino alla fine di gennaio le notifiche e i versamenti delle cartelle così, come i pignoramenti di stipendio e di pensione. In pratica, tutta l’attività di riscossione (in ballo ci sono 54 milioni di atti) è stata congelata. Ed è nel corso di questa tregua che il governo metterà a punto i provvedimenti.


Il numero delle rate


Si parla, come detto, di tre linee di intervento. La più significativa è una nuova rottamazione delle cartelle, la quarta, che dovrebbe consentire, così come le precedenti che arrivano fino al 2017, di regolare i conti con il fisco pagando tutte le imposte dovute a rate (fino a 72 nell’arco di 6 anni per importi inferiori a 100 mila euro) senza pagare sanzioni e interessi.

In ballo ci sarebbero i debiti fiscali relativi agli anni 2018 e 2019. A questo proposito, ampi settori della maggioranza (Pd e 5 Stelle in prima fila) suggeriscono di raddoppiare il numero delle rate in modo da diluire ulteriormente il carico pendente. Potrebbero rientrare nel paniere della sanatoria anche i carichi relativi ad anni precedenti che fanno parte della montagna di cartelle congelate lo scorso anno per la pandemia.


Il secondo spezzone della sanatoria riguarda il 2020. «Dovremo trattare in modo straordinario tutte le posizioni maturate lo scorso anno a causa di questa pandemia» ha spiegato in più di una circostanza il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, anticipando le intenzioni dell’esecutivo. Si ipotizza, in questo caso, di andare incontro alle categorie colpite da chiusure e restrizioni (e impossibilitate a pagare le tasse) di versare quanto dovuto godendo, anche in questo caso, di forti rateazioni, sconti e abbattimento di interessi e sanzioni.

La terza pista riguarda la necessità di “pulire” il magazzino dell’Agenzia delle Entrate dai ruoli inesigibili antecedenti al 2015. «Costa troppo e riguarda in gran parte soggetti falliti, deceduti, imprese cessate, da cui lo Stato non può più riscuotere» confida una fonte del Mef. Il magazzino complessivamente vale quasi 1.000 miliardi ma il fisco può, in teoria, mettere le mani su appena 74 miliardi. In questo caso si pensa ad una operazione di “saldo e stralcio”.

Viene offerta al contribuente una via d’uscita generosa: cancellazione delle cartelle in cambio del pagamento di una quota bassa dell’imposta netta, senza oneri aggiuntivi. Il piano di sanatorie serve, tra l’altro, a dare respiro al Paese. Proprio oggi molte attività (tra le altre turistico-alberghiero, termale, trasporti, ristorazione e bar, cinema e teatri, sport, istruzione, parchi divertimento, eventi, sale giochi e centri scommesse) sono chiamati alla cassa per i versamenti ordinari di Iva, ritenute e contributi previdenziali e per la ripresa del 50% delle somme dovute dei tributi sospesi da marzo a maggio per la pandemia.


Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Gennaio 2021, 08:50
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