Roma, domenica le primarie del Pd: tra accuse
e rischio di brogli è già tempo di veleni

Roma, domenica le primarie del Pd: tra accuse e rischio di brogli è già tempo di veleni

di Antonio Monti
Meno di 48 ore, poi romani conosceranno il nome del candidato sindaco di Roma del Pd. Sei i contendenti in lizza. Saranno i parlamentari Dem Roberto Giachetti e Roberto Morassut a giocarsi la "nomination", col primo dato in leggero vantaggio nei sondaggi. Ma, complice una campagna elettorale sottotono da parte di tutti i contendenti, il risultato resta ancora incerto. 

Di sicuro gli altri sfidanti, Stefano Pedica del Pd, Gianfranco Mascia dei Verdi, Domenico Rossi di Centro Democratico e l’autistica Chiara Ferraro, sembrano destinati a subire un certo distacco nel risultato finale. L’incognita più grande resta la partecipazione alle urne: nel 2013 votarono in 100 mila ai gazebo che scelsero Ignazio Marino come candidato, oggi l’obiettivo dichiarato del Pd romano è quota 70 mila. Sotto quella cifra, inevitabilmente, si inizierebbe a parlare di flop.
Domenica 6 marzo saranno allestiti 190 seggi in tutta la città, aperti dalle 8 di mattina fino alle 22, tra sezioni del Pd e banchetti in strada. Possono votare tutti i cittadini residenti a Roma, basta presentare un documento di identità, la tessera elettorale e pagare due euro. Voto aperto anche ai giovani tra i 16 e i 18 anni e ai cittadini stranieri residenti, a patto che si registrino entro le ore 12 di sabato 5 seguendo le modalità indicate sul sito www.primarieroma2016.it. 

Nell’ultimo confronto a sei tra i candidati ha vinto la noia, al termine di una competizione che si è caratterizzata per l’assenza di polemiche o spunti di particolare interesse. Ognuno dei contendenti si è limitato a ripetere i suoi punti programmatici. Perché, in fondo, la vera partita si giocherà alle elezioni contro il Movimento 5 Stelle, Alfio Marchini e le destre.

L’unica scintilla tra i due favoriti l’ha accesa l’ipotesi, poi smentita, di un endorsment di Denis Verdini, leader di Ala, in favore di Giachetti. Morassut attacca per primo, in radio: «In queste ore mi divide da Giachetti una cosa abbastanza importante: l’appoggio di Verdini, fa parte della Coalizione?». Su Twitter, il vice presidente della Camera replica: “Quello che mi divide da Morassut è che mentre lui parla in radio di Verdini io vado dove i romani denunciano caos”. Immediata la risposta dello sfidante: “Io ascolto Roma da molti anni, ma Verdini è un problema diverso”. Poi Mascia a rincarare la dose: “Meglio Verdi che Verdini…”. Domenica la parola ai cittadini.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 4 Marzo 2016, 09:28
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