Onorevoli condannati, arriva lo stop
ai vitalizi per le pene oltre 2 anni
di Alessandra Severini
A ben guardare però ad essere colpiti saranno in pochi. Innanzitutto, fra i reati contro la PA non c’è l’abuso d’ufficio e poi la cessazione del vitalizio viene meno nel caso in cui il politico condannato abbia chiesto e ottenuto la riabilitazione. Così, dei tanti condannati, in pochi perderanno l'assegno. Fra questi, Marcello Dell’Utri, condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; Cesare Previti (6 anni per corruzione in atti giudiziari) e anche Silvio Berlusconi che però dal 2018 potrà chiedere la riabilitazione. Se riabilitato, al deputato viene ripristinata l’erogazione dei vitalizi «con decorrenza dalla data dell’istanza di riabilitazione». Proprio queste numerose eccezioni hanno spinto il Movimento 5 stelle, che eppure aveva fatto dell’abolizione una delle sue battaglie, a non votare le delibere.
E' arrivato addirittura il leader Beppe Grillo a Montecitorio per spiegare che «c’è l’inghippo. Sui vitalizi c’erano 250 milioni da risparmiare. Vanno tagliati e basta». Il Movimento avrebbe voluto la «cancellazione definitiva» di tutti i vitalizi erogati a parlamentari condannati e non «soltanto una sospensione temporanea». A favore del provvedimento hanno votato invece Pd, Sel, Scelta Civica, Fratelli d’Italia e Lega. Forza Italia ha votato contro, sostenendo la necessità di «una legge e non di una semplice delibera degli uffici di presidenza» per l’abolizione dei vitalizi. I presidenti di Camera e Senato sono invece soddisfatti del traguardo raggiunto: «Era importante dare un segnale chiaro di cambiamento come ci avevano chiesto i cittadini» spiega Laura Boldrini.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Maggio 2015, 09:22
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