Mafia capitale, Renzi commissaria il Pd
romano. Slitta il rimpasto in Campidoglio

Mafia capitale, Renzi commissaria il Pd ​romano. Slitta il rimpasto in Campidoglio

di Paola Lo Mele
«Abbiamo sbarrato la porta agli interessi, agli inciuci, ai rapporti poco chiari. Il nostro obiettivo resta uno e uno soltanto: cambiare questa città solo per i romani e le romane». All’indomani dello tsunami innescato dall’inchiesta della Procura di Roma su una holding mafiosa radicata nella Città Eterna, Ignazio Marino rivendica scelte e posizioni assunte nel suo primo anno e mezzo e di lavoro.





E guarda avanti, rivolgendosi ai «cittadini onesti. Dobbiamo lavorare insieme - esorta -, è con loro che questa città cambierà davvero». Il primo cittadino parla dai social network, proprio mentre i consiglieri comunali - dopo le dimissioni del presidente Mirko Coratti, indagato nella maxi inchiesta - iniziano a ragionare su chi potrà essere il suo successore. «Speriamo entro la settimana di poter arrivare ad eleggere il nuovo ufficio di presidenza dell'assemblea capitolina», l’auspicio del coordinatore della maggioranza e capogruppo Pd, Fabrizio Panecaldo .



Sul versante giunta è, invece, inevitabilmente destinato a slittare l’atteso rimpasto: dopo il terremoto giudiziario che ha portato alle dimissioni anche dell’assessore alla Casa Daniele Ozzimo, non sembra più essere immediatamente all’orizzonte. Per ora, il primo cittadino è concentrato più che altro su nuovi approfondimenti e valutazioni rispetto a quanto emerso delle carte della Procura. E ieri ha rimosso il capo della direzione Trasparenza di Palazzo Senatorio, anche lui indagato. Secondo alcuni Marino, che dal suo insediamento ha sempre fatto di legalità e discontinuità il suo cavallo di battaglia, sarebbe uscito rafforzato da questa vicenda. Anche alla luce del confronto, a tratti aspro, del sindaco “marziano” con il Pd cittadino, che ora si trova sotto i riflettori per l’inchiesta e commissariato. Ad annunciarlo è stato ieri sera lo stesso premier Matteo Renzi che ha indicato come commissario il presidente nazionale dei dem Matteo Orfini. «Serve una riflessione profonda - ha affermato il presidente del Consiglio -, certo l’epicentro è amministrazione di Alemanno ma alcuni nel Pd romano non possono tirare un sospiro di sollievo».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Dicembre 2014, 09:00
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