Legge elettorale, accordo Pd-Fi-M5S. Grillo: "Al voto il 10 settembre"
di Alessandra Severini
Niente «compromessi» e niente «mercato delle vacche», avverte però Beppe Grillo pubblicando il verdetto online: gli «elettori devono poter scegliere di essere governati dal M5S o dall'asse Pd-Fi». Un'intesa, così larga, se confermata nelle aule parlamentari, potrebbe accelerare la fine della legislatura portando il paese alle urne già in autunno. Grillo ha perfino già individuato la data: il 10 settembre, «prima che deputati e senatori possano incassare la pensione da privilegiati».
Matteo Renzi ci tiene a ricordare di non essere mai stato un fan del proporzionale, ma sostiene che «se Fi e M5S ci stanno, abbiamo fatto una bella operazione, come chiesto da Mattarella». Domani, però, nella direzione Pd, il leader dem dovrà convincere il suo partito ad approvare la svolta proporzionalistica che, come riconosce lui stesso, lascia molta incertezza sugli scenari del dopo voto, senza permettere di escludere larghe intese. Nel Pd il modello tedesco lascia perplesso Andrea Orlando e la sua truppa di parlamentari, mentre piace al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, perchè, a suo parere, si «tratta di un sistema che consentirà la rinascita del centrosinistra».
Anche Mdp è pronto ad accettare la soglia del 5% convinto che incentiverebbe le forze a sinistra a correre insieme. La soglia così alta invece preoccupa il leader centrista Angelino Alfano che rumoreggia. Ma l'incontro con Matteo Renzi è saltato e i rapporti fra i due sono ormai gelidi.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Maggio 2017, 08:46
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