Quelle immagini populiste improbabili
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Quelle immagini populiste improbabili ma prese per vere e diffuse sui social

di Enrico Chillè
Le campagne elettorali, nel 2016, non finiscono mai. I social media hanno radicalmente trasformato il modo di fare politica e ottenere il consenso.


Tutti i leader politici italiani, così come i diversi partiti, lo sanno benissimo: ogni occasione è buona per interagire con gli elettori, si pensi ad esempio al real-time marketing del Pd con lo slogan 'Tax Wars', alle pagine social di Beppe Grillo e del suo M5S (con tutte le testate annesse, in primis TzeTze), o ai marò nel presepe di Giorgia Meloni. Tutte trovate di cui avremmo fatto volentieri a meno, ma è questo quello che piace al popolo italiano dei social network. Senza dimenticarci di Matteo Salvini, che alterna un gioviale diario personale alla propaganda vera e propria. Nessuno più di Marine Le Pen avrebbe potuto far leva sullo choc emotivo provocato dagli attentati di Parigi del 13 novembre scorso per fare campagna elettorale, ma la leader del Front National in quell'occasione sospese ogni attività politica, mentre Salvini, nei minuti e nelle ore immediatamente successive, si dimostrò rapace come solo Pippo Inzaghi in area di rigore sapeva essere.

Negli ultimi anni il 'popolo del web' ha visto aumentare la percentuale degli over 60 e per questo motivo può rappresentare abbastanza fedelmente l'elettorato a cui tutti tendono in vista delle prossime elezioni amministrative in primavera. Internet è una risorsa incredibile, ma se non viene utilizzata in maniera adeguata può risultare un'arma a doppio taglio: un accesso sempre maggiore alle informazioni e alla conoscenza rende liberi, ma senza un minimo di capacità critica si rischia di diventare schiavi della frenesia della condivisione indignata.

L'avvento e la diffusione dei blog prima e dei social network poi hanno portato ad una serie di siti di controinformazioni nati con il nobile intento di dare voce ai cittadini stanchi della cattiva politica. Nel giro di poco, però, molti di quei siti molto seguiti hanno iniziato, per vari motivi, ad offrire contenuti di ogni genere pieni di imprecisioni e manipolazioni ad hoc (e in molti casi, di vere e proprie bufale). Dai crimini degli immigrati alle grandi imprese di Vladimir Putin, il format è quasi sempre lo stesso: poche righe su un'immagine presentano un'informazione distorta ma capace di indignare e la scritta 'Condividi se sei arrabbiato'. Se scoprendo questo tipo di immagini non vi imbattete in errori di ortografia, potete anche ritenervi fortunati. È questa la base del 'gentismo', fenomeno difficilmente definibile a parole ma che rappresenta una sorta di populismo 2.0.






Come nasce il termine 'gentismo'? Una pagina Facebook di controinformazione, Siamo la gente, è diventata il riferimento per una divertente parodia, Siamo la gente, il potere ci temono. Nel mirino dell'ironia di quest'ultima pagina c'è una buona porzione del popolo italiano del web, in particolare quello populista e complottista. Ed è grazie a questa pagina che il termine 'gentismo' si diffonde sul web e sui social network: è sempre su Facebook che, qualche anno dopo, nasce il divertente Generatore di immagini gentiste di bassa qualità. Un piccolo schema di questa pagina esemplifica i commenti 'gentisti' più ricorrenti sul web:
Una piccola raccolta di frasi dellaggiente, per salutare questo 2015 come si deve! Posted by Generatore di immagini gentiste di bassa qualità on Giovedì 31 dicembre 2015



Gli admin, così come i seguaci della pagina, creano vere e proprie parodie delle immagini che qualunque utente Facebook vede scorrere sulla home quotidianamente perché condivise dai suoi contatti. Alcune sono molto divertenti, altre un po' meno, ma sono comunque inverosimili. Difficile credere, d'altronde, che il sosia di Alex Del Piero sia il responsabile delle presunte 'scie chimiche', una delle ossessioni dei complottisti sul web:
Vergogna!! Ci stanno avvelenando, ma l'italiano medio preferisce fare finta di nulla!! Ora basta!!! Posted by Generatore di immagini gentiste di bassa qualità on Domenica 27 dicembre 2015



Eppure, così come le peggiori bufale di falsi siti di informazione, allo stesso modo capita che le immagini che fanno il verso alle menzogne social vengano prese per vere e condivise dagli utenti. Sembra incredibile, ma l'ignoranza e l'incapacità di verificare i fatti e le fonti hanno portato alcuni a condividere un'improbabile citazione di Giacomo Matteotti su Benito Mussolini, nel tentativo di riabilitare l'immagine del Duce. E altrettanto improbabili dovrebbero essere le parole di elogio nei confronti dello stesso Mussolini da parte dei big della musica mondiale o dei grandi leader politici del Novecento. Si tratta semplicemente di link sarcastici creati da queste pagine per canzonare i 'gentisti', ma molti di questi ultimi non se ne accorgono e le condividono, convinti di aver trovato la verità assoluta a portata di click.

Il capolavoro assoluto, riportato in auge da alcune condivisioni degli ultimi giorni, è stato realizzato tempo fa da Slgipct: Ubuntu è un giovane immigrato congolese che vive a spese dello Stato italiano, Carlo un anziano piemontese che ha perso tutto ed è costretto a dormire in macchina. Evidentemente non tutti sanno che Ubuntu è un sistema operativo basato su Linux, che il giovane immigrato è semplicemente l'attore afroamericano Chris Tucker e che il 'povero signor Carlo' è in realtà il pluriomicida Charles Manson. Nemmeno il logo della pagina satirica in watermark ha fatto venire dubbi a molti utenti dei social, che l'hanno condivisa per accusare l'accoglienza verso i profughi da parte dell'Italia. Colpa dell'eccessiva propaganda dei politici o dell'ignoranza dell'italiano medio? Difficile stabilirlo, sembra proprio di essere di fronte ad un cane che si morde la coda.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Gennaio 2016, 18:42
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