Emorragia fatale, il ministro ordina un’ispezione
i Nas. L’Asl2: inchiesta interna

Emorragia fatale, il ministro ordina un’ispezione i Nas

di Nello Mazzone
Il caso di Gianluca Forestiere, il 41enne morto il 2 gennaio dopo il trasferimento in due ospedali dell’Asl Napoli 2 Nord per una Tac rotta, è finito anche sul tavolo del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Nelle prossime ore i carabinieri del Nas faranno una ispezione nell’ospedale di Pozzuoli, mentre la procura di Napoli darà incarico ad alcuni periti di accertare il rispetto dei protocolli clinici e soprattutto la «catena dell’emergenza» tra guardia medica, servizio 118 e rete delle emergenze intraziendali tra gli ospedali della Na2 Nord.
Qualcosa, evidentemente, non ha funzionato nel complesso sistema dell’emergency. Intanto il pm Sergio Amato, che ha ereditato il fascicolo di indagine dalla collega Manuela Persico, ha disposto per le 13 di domani l’esame autoptico sulla salma di Forestiere, sposato e padre di due bimbi. Per adesso nessuno risulta – ancora – formalmente iscritto nel registro degli indagati perché solo dopo l’esame del medico legale si potrà lavorare all’ipotesi del presunto caso di malasanità. Come ha confermato l’avvocato Amerigo Russo, legale della vedova Forestiere che la sera stessa del 2 gennaio presentò denuncia alla polizia, «per ora si procede verso soggetti da identificare, ma dopo la perizia sul cadavere di Gianluca scatteranno le informazioni di garanzia». Sotto chiave è finita anche la cartella clinica. C’è da chiarire ancora molte cose in questa storiaccia iniziata l’ultimo giorno del 2015.

A San Silvestro Gianluca Forestiere, 41enne manager di una concessionaria Bmw di Teverola, accusa un malore: ha febbre alta, diarrea e vomito verdastro. Si reca al pronto soccorso del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli ma viene dimesso dopo un’ora. «Sintomi di una influenza, tipica della stagione», gli dicono i medici. Trenta ore dopo, il 41enne ritorna privo di sensi in quello stesso pronto soccorso con fortissimi dolori alla testa e continuo vomito. I suoi familiari hanno chiamato le guardie mediche territoriali e poi il 118 regionale: la centrale operativa, secondo la descrizione dei sintomi fatta dai familiari, invia un’ambulanza che non ha a bordo un medico. Forestiere arriva poco dopo le 13.30 a Pozzuoli e resta in osservazione fino alle 17.30. Le sue condizioni cliniche – secondo le accuse dei familiari che ora attendono un riscontro dall’autopsia – sarebbero peggiorate al punto che viene intubato. Si decide di sottoporlo ad una Tac, ma l’unica in dotazione alla Radiologia del Santa Maria delle Grazie è guasta. Il paziente, intubato, viene inviato con un’ambulanza che ha a bordo anche un medico rianimatore all’ospedale aziendale più vicino: il San Giuliano di Giugliano, che dista 27 chilometri e non ha un reparto di Neurochirurgia.

Dalla Tac sarebbe emerso un caso di Cid, coagulazione intravascolare disseminata: in pratica, l’uomo sarebbe stato in preda ad una gravissima sindrome clinica caratterizzata da numerosi trombi. Emorragie alla testa, allo stomaco e alla vescica le cui cause sono tutte da accertare. Gli organi interni non avrebbero più risposto alle terapie. A quel punto Forestiere riparte in ambulanza con medico rianimatore per fare ritorno a Pozzuoli dove arriva intorno alle 21.30 in Rianimazione.

Sono gli ultimi istanti di vita del 41enne, che muore tra le lacrime e le mille domande della moglie, la 36enne Emanuela Falco. «Perché mio marito è stato portato dal 118 a Pozzuoli e poi a Giugliano? Perché l’hanno trasferito poi da Giugliano a Pozzuoli? Ora voglio sapere la verità», ripete da quel maledetto sabato la giovane vedova.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Gennaio 2016, 10:40
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