Alain Schiratti, dona un rene alla moglie ma smette di giocare a calcio: "La mia scelta per amore"
Alain racconta la sua scelta al Corriere della sera e l'intervento del 23 agosto: "Non avrei mai immaginato di smettere di giocare per questo motivo, ma rifarei tutto senza battere ciglio. Il suo volto felice vale più di mille gol. È tornata anche a guidare... Il pallone è per noi un bel pezzo di vita perché anche Cristina giocava".
La loro storia d'amore è iniziata nel 1999: si conobbero in una discoteca, quando lui era operaio a Buja e lei aiutante d'asilo. Cristina, questo il nome della moglie, stava già male: "Problemi renali ne ha sempre avuti, ma in quel periodo mia moglie ha cominciato con la dialisi e a stancarsi molto. Tornata da una visita a Treviso, una sera mi disse che poteva fare il trapianto d'organo anche da persona vivente. Non ci ho pensato due volte: te lo do io".
Lei ha esitato perché preoccupata per la sua salute e la sua carriera, ma poi si è convinta data anche la compatibilità con l'organo. "Lei al padiglione 8 in nefrologia, io al 15 in chirurgia. Quella sera ci siamo salutati facendo una piccola festa con fratelli e sorelle anche per sdrammatizzare. Cristina era molto tesa...A proposito, vorremmo ringraziare tutti i dottori, anche quelli di Gemona".
Alain, che fa il falegname di professione, è tornato alla sua bottega e continua a partecipare alle partite dell'Amaro, ma dagli spalti. Ogni giorno è felice di aver fatto questa scelta. "Sogno - racconta - he Cristina viva come una donna normale, che non si stanchi subito. Anche per una crociera per il ventesimo di matrimonio. E magari tornare a giocare con l'Amaro, un destro a giro, un gol del limite, con Cristina a fare una bella foto dal campo".
Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Settembre 2016, 19:14
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