Ucraina, scatta la tregua tra le cannonate.
Russia e ribelli: "L'accordo sia rispettato"

Ucraina, scatta la tregua tra le cannonate. Russia e ribelli: "L'accordo sia rispettato"
KIEV - La tregua appena entrata in vigore in Ucraina orientale resta «sotto minaccia», ma il Paese ne ha bisogno. Lo ha detto il presidente Petro Poroshenko in diretta tv avvertendo che si tratta «dell’ultima chance per un processo politico e per una soluzione pacifica del conflitto nel Donbass» con i ribelli filorussi.

Il presidente ucraino, mostrato in uniforme con i suoi vertici militari, ha tuttavia denunciato di nuovo le violazioni attribuite nelle ultime ore ai ribelli filo-russi.

La tregua è scattata fra colpi di cannone e scambi di accuse. I combattimenti tra l’esercito di Kiev e le milizie filorusse dell’est ucraino sono continuati più intensi che mai, per guadagnare gli ultimi lembi di terra in località strategiche come l’area di Debaltsevo e Mariupol, sino a poco prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco alla mezzanotte locale (le 23 in Italia), come previsto dai recenti accordi di Minsk 2.





I combattimenti

«Al momento la nostra posizione è basata su ciò che abbiamo firmato a Minsk. Aderiremo alle disposizioni del documento», ha promesso Denis Pushilin, uno dei negoziatori dei ribelli, ammonendo però che «se l'accordo non sarà rispettato, agiremo di conseguenza».



Ma intanto le forze governative segnalano che non ci sono segni di rallentamento nell'offensiva dei separatisti filorussi. «Non c'è tregua, al contrario, i ribelli continuano i loro attacchi contro Debaltsevo», città strategica sul collegamento ferroviario tra Donetsk e Luhansk, entrambe controllate dagli insorti, ha detto un portavoce militare, Anatoli Stelmakc, alla tv ucraina.



Il cessate il fuoco

E gli intensi combattimenti che si registano in queste ore in Ucraina orientale sono una «grave minaccia» per l'entrata in vigore della tregua prevista dal nuovo accordo di Minsk secondo il presidente ucraino Petro Poroshenko, che accusa la Russia di un «significativo aumento» dell'offensiva nonostante l'accordo di pace.

Poroshenko ha ribadito oggi che, in caso di fallimento del cessate il fuoco previsto dalla mezzanotte in base agli accordi di Minsk 2, «dovremmo prendere una decisione durissima ma necessaria imponendo la legge marziale non solo nelle regioni di Donetsk e Lugansk ma in tutto il Paese».
Poroshenko aveva già lanciato questo monito nei giorni scorsi.




Questa mattina bombardamenti sono stati segnalati nella città di Donetsk in mano ai ribelli, attorno allo snodo ferroviario di Debaltsevo e al porto strategico

di Mariupol. Una potente esplosione è stata sentita questa mattina nel centro di Donetsk, nei pressi dell'hotel Park Inn. Si tratterebbe di una bomba esplosa vicino lla residenza di Zakharcenko, leader dei ribelli, a circa 100 metri da dove si erano radunati i giornalisti per una conferenza stampa proprio con il capo dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, e avrebbe causato almeno un morto.



Il leader dei ribelli

A Debaltsevo invece, secondo quanto riferito dall'ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina Geoffrey Pyatt con un post su Twitter, i russi hanno posizionato numerose unità di artiglieria, compresi sistemi di difesa aerea. Infatti, Zakharcenko ha spiegato che il cessate il fuoco non verrà rispettato a Debaltsevo, perché gli accordi di Minsk 2 non dicono «una parola» al riguardo.



Zakharcenko ha inoltre ribadito che i miliziani non lasceranno uscire le truppe ucraine da Debalstevo, lo strategico nodo ferroviario conteso con Kiev e dove sono accerchiati circa 8000 soldati, sottoposti anche oggi a pesanti bombardamenti. Se non sarà soddisfatta la nostra richiesta di una indipendenza di fatto, rivendicheremo tutto il territorio della regione di Donetsk», ha detto Zakharcenko.
Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Febbraio 2015, 12:38