Attentato a Istanbul, il kamikaze siriano
aveva chiesto asilo in Turchia -Foto/Video

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di Mario Fabbroni
Il kamikaze di Istanbul aveva chiesto asilo poco prima della strage. Un'autentica beffa, c'è addirittura un filmato (con tanto di volto dell'uomo che si è fatto esplodere) a confermare che Nabil Fadli, il 27enne siriano nato in Arabia Saudita, aveva chiesto asilo in Turchia il 5 gennaio scorso: ovvero, appena una settimana prima dell'attacco suicida che ha causato la morte di 10 turisti tedeschi nella centralissima zona turistica della capitale e ferito 15 persone.


Non solo. La polizia turca ha fermato tre cittadini russi nella provincia meridionale di Antalya per sospetti legami con l'Isis: arebbero accusati di aver fornito supporto logistico ai jihadisti. Non è chiaro se, per gli investigatori, possano anche aver avuto un ruolo nella preparazione dell'attacco di Istanbul. L'arresto dei tre russi è stata la miccia che ha fatto sbottare il premier turco Ahmet Davutoglu, che ha dichiarato che lo Stato islamico potrebbe essere solo «una pedina» nell'attentato a Sultanahmet.






Insomma, sarebbe necessario indagare su presunti «attori segreti dietro l'attacco» che avrebbero usato l'Isis come «subappaltatore». Nell'ultimo mese l'intelligence turca aveva lanciato due diversi allarmi a tutte le forze di sicurezza del Paese su possibili attacchi dell'Isis su vasta scala a turisti e stranieri.

Si spiega così pure la raffica di arresti (68 i sospetti membri dell'Isis) avvenuti tra martedì e mercoledì. Le operazioni si sono svolte in 8 province. L'altro ieri 15 siriani e un turco erano stati arrestati ad Ankara e altri 25 sospetti nelle province di Kilis e Sanliurfa. E ieri sera forze speciali Usa sono sbarcate in Iraq per condurre operazioni contro l'Isis, nell'ambito di un ampio sforzo nel 2016 per colpire i militanti del Califfato.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Gennaio 2016, 08:56
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