Grecia, Tsipras: "Basta minacce e ricatti.
Se al referendum vince il sì potrei dimettermi"

Tsipras: "Basta minacce e ricatti. Se vince il sì potrei dimettermi"
Grecia verso il default: oggi scade il termine per il rimborso di 1,7 miliardi all'Fmi che Atene non intende rispettare e a mezzanotte termina anche il programma di aiuti della troika. La Bce, per la prima volta, non esclude l'uscita della Grecia dall'euro, ipotesi contro cui il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis minaccia il ricorso alla Corte di giustizia Ue.



Crollano intanto le Borse - Milano ieri chiuso in calo del 5% - e sale di nuovo lo spread fra Btp e Bund che tuttavia oggi è stabile poco sopra quota 161 punti, poco al di sopra dei 159 della chiusura di ieri. Il rendimento del titolo italiano decennale è pari al 2,38%. Banche chiuse in Grecia fino al 7 luglio.





«La grande folla radunata a Syntagma ci dà la forza. Con calma e compostezza affronteremo minacce e ricatti», ha detto il premier greco Alexis Tsipras nel corso di un'intervista in diretta alla tv pubblica Ert in cui non ha escluso l'addio in caso di vittoria del sì al referendum di domenica sulla proposta dei creditori. «Non sono un uomo per tutte le stagioni», ha detto il premier, quando i giornalisti gli hanno chiesto cosa farà se domenica vincerà il sì.



Se vince il no, «dovremo forse dire addio all'euro», ha poi detto il primo ministro. «I cittadini greci potranno sopravvivere anche senza il programma di aiuti», ha ancora detto il leader di Syriza.



«Non credo che i creditori ci vogliano cacciare dall'Euro. I costi sarebbero enormi», ha sottolineato ancora il premier, sostenendo invece che «vogliono cacciare un governo che ha il sostegno popolare: la loro è una scelta politica».



«La gente ha il diritto di scegliere il proprio futuro», ha insistito Tsipras. «Il popolo farà sentire la sua opinione sulle note questioni: la loro voce sarà ascoltata». «Più forte sarà il fronte del No, più forti saranno le chance di un miglior negoziato dopo il referendum», ha aggiunto.



La Francia vuole che la Grecia rimanga nella zona euro. È quanto afferma il ministro delle finanze francesi Michel Sapin in un'intervista a Europe 1 radio secondo cui sul referendum indetto dal governo Tsipras «il dibattito deve essere chiaro: il sì avrà delle conseguenze, il no ne avrà delle altre». Sapin ha ribadito come la situazione greca non avrà comunque impatto sulle banche francesi e che i prezzi nelle aste dei titoli di stato di Parigi sono scesi questa settimana.



«Se fallisce l'euro fallisce l'Europa», ha detto ieri il cancelliere tedsco, Angela Merkel. «L'Europa deve essere in grado di trovare un compromesso di fronte a ogni sfida», ha aggiunto.







«Il punto è: il referendum greco non sarà un derby tra la Commissione europea e Tsipras, ma un derby dell'euro contro la dracma. Questa è la scelta», ha scritto ieri su Twitter in inglese il presidente del Consiglio Matteo Renzi.



L'esposizione dell'Italia nei confronti della Grecia è di «35,9 miliardi», precisa intanto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Su Twitter il ministro scrive che «circolano dati sbagliati su esposizione diretta Italia vs Grecia: tra prestiti bilaterali e garanzie (calcoli aggiornati ESM) è 35,9

miliardi».



Il pressing per riaprire i colloqui fra i creditori e la Grecia nel frattempo si fa sempre più forte. Ieri i presidenti francese e americano, Francois Hollande e Barack Obama hanno «convenuto di unire i loro sforzi per favorire una ripresa delle discussioni» sulla crisi greca, dopo una conversazione telefonica. È quanto si è appreso dall'entourage del capo di Stato francese. «Essi hanno convenuto di unire i loro sforzi per favorire una ripresa delle discussioni, permettere il più rapidamente possibile una risoluzione della crisi e assicurare la stabilità finanziaria della Grecia» ha dichiarato la stessa fonte dell'Eliseo. Già ieri Obama aveva parlato al telefono con Merkel.



Anche la Cina «ha interesse» che la Grecia rimanga nell'Eurozona. Lo ha detto il premier cinese Li Kequiang durante la sua visita a Bruxelles. «Chiediamo - ha aggiunto - ai creditori internazionali di raggiungere un accordo con Atene».



La conferenza dei capigruppo dell'Europarlamento chiede al presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker di tenere nelle prossime ore un Eurosummit straordinario sulla Grecia.



«Sono rattristato dallo spettacolo che si è dato in Ue, la buona volontà è evaporata, egoismi e giochi tattici o populisti hanno avuto la meglio dopo tutti gli sforzi fatti, mi sento tradito perché non si prende in considerazione gli sforzi personali e degli altri», ha detto Juncker, che ai greci chiede di votare sì al referendum di domenica sull'offerta dei creditori: «Votare no vorrebbe dire che la Grecia dice no all'Europa», un voto contrario sarebbe «disastroso».
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Giugno 2015, 11:12