Jobs act, ecco come (non) cambia l'art. 18:
"Nessun reintegro per i licenziamenti economici"

Jobs act, ecco come (non) cambia l'art. 18: "Nessun reintegro per i licenziamenti economici"

di Alessandra Severini
ROMA - Scoppia la pace sul jobs act. Il nuovo articolo 18, così come voluto dal governo Renzi, sembra piacere sia alla minoranza del Pd sia agli alleati centristi. In pratica, il reintegro sarà previsto sempre per i licenziamenti discriminatori ma per quelli disciplinari sarà ammesso solo in pochi casi, che verranno specificati nei decreti delegati, la cui stesura spetta all'esecutivo. L'indennizzo economico diventerà perciò la regola e sarà “certo e crescente” con la anzianità di servizio.





L’emendamento presentato dal governo che riscrive l'articolo 18 è stato approvato dalla commissione Lavoro della Camera, anche se le opposizioni - M5s, Sel, Fi, Lega e Fdi - hanno votato contro e subito dopo abbandonato i lavori, in segno di protesta. La minoranza Pd invece ritiene di aver centrato l’obiettivo: «Si ricalca puntualmente il testo della Direzione del Pd», commenta Cesare Damiano. E il nuovo testo piace anche al Nuovo centrodestra che chiede “ora di fare presto”. Il premier Renzi di ritorno dall'Australia è soddisfatto, bolla il dibattito come “ideologico” e assicura che il jobs act “non toglie diritti, ma solo alibi, ai sindacati, alle imprese, ai politici”. A protestare rimangono i sindacati. Dopo lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 5 dicembre, anche la Uil annuncia lo sciopero generale contro le scelte del Governo su pubblica amministrazione, lavoro, pensioni.



Si cercherà ora di convincere anche la Cisl che per ora ha proclamato solo lo sciopero del pubblico impiego. Oggi i leader dei tre sindacati si riuniranno in occasione del congresso Uil dovrà verrà ufficializzato il passaggio di consegne al vertice fra Luigi Angeletti e Carmelo Barbagallo. Sempre oggi in commissione Bilancio verranno affrontati i nodi della legge di stabilità. Nel Pd si respira aria di battaglia, con la minoranza che insiste per l'approvazione di alcune modifiche. Il pressing non piace all'ala maggioritaria del partito, con i renziani che attaccano: “Agite come se non foste nel Pd”. In particolare, la minoranza dem chiede di estendere il bonus da 80 euro, ma il governo sembra contrario a qualsiasi ritocco. Verrà invece probabilmente modificata la norma sul Tfr in busta paga. L'esecutivo sembra aver dato il via libera a rivedere la tassazione, evitando di sottoporre l'anticipo a quella ordinaria. Una buona notizia viene dal mercato europeo dell’auto. A ottobre le vendite sono cresciute (+6,2%) e il 2014, dopo sei anni consecutivi in calo, chiuderà con un segno positivo. Bene anche Fiat Chrysler Automobiles che registra un balzo dell'8,4% con oltre 65.000 consegne (Panda e 500 le più vendute).





I COMMENTI SU LEGGO FACEBOOK









Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Novembre 2014, 12:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA