Le Borse crollano, dobbiamo temere per i nostri soldi? Cosa c'è da sapere? L'economista risponde

Le Borse crollano, dobbiamo temere per i nostri soldi? Cosa c'è da sapere? L'economista risponde

di Alessandra Severini
ROMA - Le Borse affondano travolte dalla tempesta proveniente dall'Asia, i titoli bancari italiani subiscono forti perdite e il prezzo del petrolio è in costante discesa. Ieri in una sola giornata i listini europei hanno bruciato 233 miliardi con una raffica di vendite che ha colpito tutti i settori. Riaffiorano i fantasmi della gravissima crisi economica del 2008 che eppure sembrava finalmente terminata. La ripresa che, sebbene con lentezza e fatica, stava dando i primi segnali sembra nuovamente lontana. Ma è davvero così? E quali rischi corrono i risparmiatori? Il nervosismo dei mercati globali è in realtà legato a cause molteplici e diverse. Abbiamo chiesto aiuto a Giuseppe Di Taranto, economista e docente alla Luiss di Roma, per chiarire i dubbi più ricorrenti. CINA "La crisi cinese era prevedibile. Già a fine estate c'era stato un crollo delle Borse asiatiche. Questo perchè la Cina, con l'obiettivo di raggiungere una maggiore affermazione a livello internazionale, ha dato credito facile anche a piccolissimi risparmiatori per farli investire in Borsa e implementare così il sistema capitalistico con l'espansione delle Borse. Ma quando si è visto che la Cina non cresce più ai livelli di prima e il Pil 2015 si è fermato intorno al 6,9% questi risparmiatori si sono impauriti e hanno cominciato a vendere le loro azioni. Credo però che questa crisi non sia paragonabile a quella del 2008. Di sicuro è più facilmente superabile perchè la Cina, che ha – chiamiamolo così - il vantaggio di non essere uno stato capitalistico, può intervenire con strumenti che invece per esempio l'Unione europea non può usare. Per esempio agire sul tasso di sconto, svalutare lo yuan, utilizzare parte delle riserve"

PETROLIO "Collegare la deflazione alla crisi petrolifera è solo in parte vero, poiché il calo del prezzo del petrolio colpisce i paesi esportatori ma, dall'altro lato, avvantaggia quelli che hanno bisogno di importare greggio. La deflazione veramente pericolosa, inoltre, è quella causata dal ristagno dei consumi. Quella che stiamo vivendo in Europa insomma. Se la deflazione è legata invece al calo del prezzo sicuramente c'è qualcuno che se ne avvantaggia. Certo, in Italia di vantaggi ne vediamo pochi, a causa dell'eccessiva tassazione dei carburanti. Io non credo comunque che il prezzo del petrolio arriverà a 20 dollari a meno che non ci siano problemi di carattere politico. Penso comunque che il prezzo del greggio scenderà ancora, perchè con la fine della sanzioni contro l'Iran ci sarà una maggiore offerta".

BANCHE ITALIANE "Il sistema bancario italiano è solido. Lo dicono anche i test della Bce, in forza dei quali le nostre 15 maggiori banche – tranne due – sono risultate in regola con tutti i requisiti richiesti dalla vigilanza. Queste banche hanno inoltre messo in ordine i loro conti, perciò sono ottimista. Mi sembra che i forti cali dei titoli degli istituti di credito siano causati dalla speculazione a livello internazionale. Non dimentichiamo quello che accadde con lo spread nel 2011: solo dopo qualche anno abbiamo scoperto che da fine 2010 Germania e Francia vendettero molti titoli di stato italiani e greci. Certo, la speculazione non va sottovalutata, specie in questo periodo in cui i rapporti fra Unione europea e Italia sono abbastanza tesi. Le due cose potrebbero essere collegate oppure trattarsi solo di una coincidenza".

RISPARMIATORI "Naturalmente se il titolo perde in Borsa gli azionisti subiscono delle perdite.
Ma, per i titoli diversi da quelli bancari, non mi sembra possano esserci dei rischi. Ai semplici correntisti però è utile ricordare che dal 1° gennaio è opportuno non avere conti correnti che superino i 100mila euro. Il consiglio dunque è avere più conti in banche diverse e di fare molta attenzione quando si sottoscrivono obbligazioni. Io non credo ci saranno altri casi analoghi a quelli di Banca Etruria anche se in teoria potrebbero esserci perchè va ricordato che quando è stata fatta l'unione bancaria la Germania chiese e ottenne di escludere dalla vigilanza specifica della Bce le piccole banche. I test di Francoforte quindi si fanno sulle grandi banche mentre la vigilanza specifica sulle piccole rimane affidata alla Banca d'Italia e alla Consob. Credo invece che un controllo totale della Bce sarebbe stato una soluzione migliore"

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Gennaio 2016, 21:56
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