Bankitalia, Visco: "Serve uno sforzo eccezionale per uscire dalla crisi"
di Margherita Ossoli
Un richiamo severo alla politica quello che viene dal numero uno di via Nazionale, che non fa mistero di temere «l'incertezza politica» legata a un eventuale voto anticipato. «Il consenso va ricercato con la definizione e la comunicazione di programmi chiari, ambiziosi, saldamente fondati sulla realtà» dice Visco alle forze politiche già pronte a lanciarsi nella campagna elettorale. In effetti le conseguenze della crisi economica sono ancora tutte là, con un Pil che ritornerà ai livelli pre-crisi solo nel 2025 e la disoccupazione, che è «l'eredità più dolorosa della crisi», e va contrastata con più vigore perché la questione del lavoro è «centrale» per lo sviluppo del Paese.
I dati Istat pubblicati ieri confermano le parole del governatore. Sebbene ad aprile il tasso di disoccupazione sia sceso all'11,1%, toccando il minimo da settembre 2012, il mercato del lavoro rimane in affanno, lontano dalle performance di altri paesi europei come la Germania, dove la disoccupazione raggiunge a malapena il 5,7%. Inoltre l'aumento degli occupati riguarda soprattutto le persone ultra 50 enni. La disoccupazione giovanile rimane stabile e alta (al 34%) come alto é il numero degli inattivi. Basta pensare che oggi gli over 50 al lavoro, complice l'andamento demografico e gli interventi di stretta all'accesso al pensionamento degli ultimi anni, sono ormai più di otto milioni, tre milioni in più rispetto a 12 anni fa. Coloro che hanno meno di 35 anni sono appena 5,1 milioni a fronte dei 7,4 milioni di 12 anni fa.
Visco comunque si è detto «fiducioso» sul futuro italiano pur esortando ad affrontare quelli che sono i veri pericoli per il paese: oltre all'alto debito pubblico, anche i crediti deteriorati delle banche. Ma la soluzione, ha avvertito il governatore di Bankitalia - le cui parole sono state supportate dall'insolita presenza a Palazzo Koch del numero uno della Bce Mario Draghi non è l'uscita dall'euro, «un'illusione» portata avanti da chi parla senza cognizione di causa». Le soluzioni suggerite sono altre: le riforme strutturali, il sostegno alla concorrenza e all'innovazione e la crescita della spesa per gli investimenti pubblici con politiche economiche che devono avere «una veduta lunga».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Giugno 2017, 09:09
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