«Le prove dimostreranno che l'ex presidente Trump non è stato un innocente spettatore ma ha abbandonato il suo ruolo di commander in chief ed è diventato l'istigatore in capo» dell'assalto al Congresso, che ha guardato in tv «come fosse un reality show, festeggiando senza fare nulla per aiutarci». Il secondo processo di impeachment contro Donald Trump entra nel vivo con le argomentazione dell'accusa che, dopo aver incassato il primo round sulla costituzionalità del processo contro un ex presidente, gioca la carta di inedite immagini violente dell'assalto al Congresso tratte dal sistema di videosorveglianza interna.
Trump su tutte le furie
Una mossa che ha colto nuovamente in contropiede i due difensori Bruce Castor e David Schoen, il cui incerto esordio ha lasciato perplessi gli stessi repubblicani e mandato su tutte le furie l'ex presidente, che avrebbe urlato contro di loro mentre seguiva il dibattimento nel suo studio di Mar-a-Lago in Florida. Ma, prima che ancora che iniziasse l'udienza in un Capitol super blindato, Twitter aveva già emesso una prima sentenza, una sorta di 'ergastolò social: Trump è stato rimosso dalla sua piattaforma preferita «per sempre», con un divieto permanente, e non potrà creare un nuovo account nemmeno se tornasse a candidarsi. Quando «si è rimossi dalla piattaforma si è rimossi a prescindere» dalla carica, ovvero «se si è un commentatore, un direttore finanziario, un attuale o un ex funzionario pubblico», ha spiegato il chief financial officer di Twitter Ned Segal in un'intervista a Cnbc, ricordando che «la nostra politica ha come principio quello di garantire che non venga permesso l'incitamento alla violenza».
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Trump, il caso Twitter
Una condanna dura da digerire per l'ex commander in chief, che aveva fatto di Twitter il suo megafono mondiale e la sua principale arma elettorale. Il secondo giorno del processo è iniziato con un'altra tegola per l'imputato eccellente.
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Trump, imbarazzo nel partito
Sicuramente cresce l'imbarazzo nel partito di fronte alle nuove, drammatiche immagini che sembrano una vera e propria pistola fumante in mano all'accusa, secondo cui l'assalto non è stato solo l'effetto del comizio dell'allora commander in chief ma il culmine di una lunga e studiata campagna contro inesistenti frodi elettorali. Alla fine i repubblicani dovranno scegliere se mollare il loro leader per voltare pagina, pur rischiando che fondi un partito e inizi una pericolosa guerriglia già alle elezioni di Midterm, oppure continuare a cavalcare l'ampia base di un presidente che però non è mai stato maggioranza nel Paese, che ha perso contro quello che lui stesso definiva «sleepy Joe» e che rischia almeno due processi penali. Biden intanto continua a tenersi lontano dall'impeachment, annunciando sanzioni alla Birmania per il colpo di Stato e facendo tappa al ministero della Difesa, dove ha incontrato Lloyd Austin, primo capo afroamericano del Pentagono.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Febbraio 2021, 19:52
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