Tiziana Cantone, revenge porn e la sua storia in un documentario Real Time
Tiziana Cantone, una panchina rossa in sua memoria. La mamma accusa: «Lapidata dalla Napoli bene»
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Tiziana Cantone si uccise nel settembre del 2016 nella sua tavernetta di Mugnano di Napoli. La trentunenne, dopo aver subito una gogna sul web con la diffusione di alcuni video privati sulla piattaforma internet, e dopo aver cercato giustizia con svariate denunce, tutte archiaviate dopo la sua morte, scelse di toglirsi la vita. Ancora oggi non si conosce il nome della persona che li ha inseriti online.
La ricostruzione del documentario è stata realizzata con la partecipazione di Maria Teresa Giglio, la mamma di Tiziana che combatte affinché la tragedia di sua figlia acquisti un valore esemplare, e col contributo di giornalisti come Marilù Musto, la cronista del Mattino di Napoli che ha seguito il caso fin dall'inizio, con esperti legali e operatori informatici, come il Team Emme, che si occupano di analizzare le modalità di diffusione della pornografia non consenziente, i metodi tecnici di cancellazione del fenomeno e i percorsi legali che lo possono arginare. Intervistata anche Maria Elena Boschi, deputata ed ex-ministro delle Pari Opportunità tra le promotrici del progetto di legge “Codice Rosso” e in particolare dei provvedimenti ora attivati nei confronti del revenge porn.
I documentari d’inchiesta “In quanto donne- Storie di ordinaria violenza” sono prodotti da Darallouche per Discovery Italia, scritti da Stefano Pistolini e Daniele Autieri, con la partecipazione in video di Giuseppe Scarpa, realizzati da Stefano Pistolini, Cristiano Panepuccia, Massimo Salvucci, Andrea Leonetti Di Vagno.
Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Dicembre 2019, 23:53
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