L'India blocca gli italiani, la Cina impone quarantena: i Paesi chiudono le frontiere a chi viaggia
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Praga invece - alle prese con i suoi primi 5 casi di coronavirus, peraltro ricollegabili a contatti avuti in Italia - ha bloccato i collegamenti aerei tra la Repubblica Ceca e il Veneto, la Lombardia, il Piemonte e l'Emilia Romagna, dal 5 fino al 18 marzo. La Thailandia ha inserito l'Italia tra le «aree pericolose per le malattie trasmissibili» ed ha imposto a chiunque arrivi dal nostro Paese l'auto-quarantena. Quarantena obbligatoria anche per gli italiani che sbarcano a Pechino, con la Cina che ha registrato altri 7 casi di contagio di ritorno dall'Italia, aumentando i timori del Paese da cui tutto è partito e che in questi giorni registra invece una frenata consistente dell'epidemia. Di fronte a questo scenario ha alzato la voce Di Maio: «Lo stop ai voli - ha tuonato - è inaccettabile e va rimosso». «La Farnesina - ha detto il ministro presentando il piano per il Made in Italy - è attiva da diversi giorni per chiedere a chi ha bloccato i voli per l'Italia di rimuovere il blocco in toto perché non ha senso. Posso capire le zone rosse messe sotto attenzione» per il coronavirus «ma dire che si chiude tutto da e per l'Italia è inaccettabile». Mentre nel mondo l'epidemia di coronavirus ha superato la soglia dei 90mila contagi, con 3.117 vittime e 48.101 guariti, come rilevato in tempo reale dall'università americana Johns Hopkins, in Europa è la Francia il Paese dove la paura per il Covid-19 sta correndo veloce in queste ultime ore.
I contagi oltralpe hanno superato i 200 ed il presidente Emmanuel Macron ha messo sotto sequestro tutti gli stock di mascherine presenti nel Paese. «Le distribuiremo agli operatori sanitari nonché ai francesi infettati dal coronavirus», ha annunciato con un tweet. La chiusura del Louvre, preceduta dall'annullamento del Salone del Libro di Parigi, non facevano presagire nulla di buono. La Francia è «entrata in una fase che durerà settimane e senza dubbio mesi» e noi, ha assicurato Macron, «siamo pronti». Anche in Germania non va meglio, con i casi arrivati a 199, mentre la Spagna, dove i casi sono 151, registra la prima vittima. Per l'Oms non è ancora arrivato il momento di dichiarare la pandemia, sebbene l'epidemia, ha ammesso il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, «stia diventando sempre più complessa». L'Organizzazione mondiale della Sanità ha annunciato che sono in fase di sviluppo più di 20 vaccini, ma i timori più grandi, al momento, riguardano la mancanza di dispositivi medici come guanti, maschere mediche, respiratori, occhiali protettivi, visiere, abiti e grembiuli. «Siamo preoccupati che la capacità dei Paesi di reagire» al virus «siano compromesse dalla grave e crescente interruzione della fornitura globale di dispositivi di protezione individuale, causata dall'aumento della domanda, dagli accaparramenti e dagli abusi», ha detto allarmato il responsabile dell'Oms.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Marzo 2020, 00:24
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