Coronavirus, allo Spallanzani e al Bambino Gesù di Roma attivi i centri anticontagio
di Mauro Evangelisti
Coronavirus, morto medico che curava pazienti a Wuhan: 42 vittime e 1.287 infezioni
Procedure
Le procedure e le strutture saranno quelle della Sars, l'epidemia che si verificò sempre in Asia nel 2002-2003. In sintesi: nel Lazio eventuali casi di infezioni dal coronavirus saranno gestiti dall'Istituto nazionale per lo Spallanzani di Roma; i minori avranno come riferimento l'ospedale Bambino Gesù. Allo Spallanzani comunque vengono inviate tutte le provette per i casi sospetti anche nel resto d'Italia, a partire da quello di Bari per il quale c'è già un responso (non era coronavirus). Inoltre, tre giorni fa sono stati portati allo Spallanzani tre cittadini di origine cinese, provenienti da Wuhan, che presentavano sintomi come tosse e febbre, ma per fortuna le analisi hanno confermato che era un falso allarme.
Teleconsulto
Il piano di cui si è parlato ieri mattina contiene anche una serie di indicazioni: utilizzo del teleconsulto e il supporto operativo (gestito dallo Spallanzani) per i casi sospetti nei pronto soccorso; medici di famiglia, guardie mediche e ai pediatri di libera scelta avranno supporto per la gestioni dei casi sospetti attraverso il teleconsulto; il trasporto di pazienti sarà garantito dallo Spallanzani per quanto riguarda i ricoverati negli ospedali e dall'Ares 118 per le strutture territoriali; per la diagnostica del virus 2019-nCoV sarà attivo il laboratorio di riferimento regionale presso il centro di virologia dello Spallanzani; ci sarà sorveglianza e supporto clinico alle persone che sono venute in contatto con un eventuale caso sospetto; misure per l'isolamento, anche a domicilio.
Prudenza
Racconta il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani: «Nessun allarme per il coronavirus importato dalla Cina, che per ora come spiegato dall'Oms, mostra un tasso di trasmissione, circa 1,5 per cento, inferiore a quello del morbillo o dell'influenza. Il rischio che ci sia un paziente in arrivo che può infettare gli altri, se non ci sono sintomi in volo, è bassissimo, praticamente zero. In più noi siamo stati i primi ad attivare i controlli, e i nostri operatori sono tra i migliori al mondo. Le modalità di trasmissione sono quelle dell'influenza».
Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Gennaio 2020, 11:15
© RIPRODUZIONE RISERVATA