Civitavecchia, limitati gli sbarchi dalle navi da crociera per l'emergenza Coronavirus
La resa delle compagnie, primavera senza crociere
La 63enne era in viaggio con alcuni familiari. Si erano imbarcati a Mumbay (India) il 18 gennaio. Tre giorni dopo la signora aveva accusato i primi sintomi, febbre e dolori bronchiali. Il medico di bordo, stando alla denuncia, le avrebbe diagnosticato una bronchite, somministrandole cortisone e antibiotico. Il giorno successivo, con l'aggravarsi delle condizioni di salute, sarebbe stato consigliato di effettuare ulteriori esami diagnostici nell'ospedale di Cochin, in India, luogo in cui era approdata la navigazione. Le sarebbero stati quindi prescritti altri farmaci da somministrare a bordo. Il 28 gennaio, poi, dopo un apparente miglioramento, la donna avrebbe accusato disturbi neurologici. Sarebbe stato quindi disposto un nuovo sbarco nell'isola dello Sri Lanka, «imposto» dicono i familiari dalla compagnia crocieristica. A quel punto, dopo alcune ore di attesa, la paziente è stata ricoverata nell'ospedale di Colombo, dove il 2 febbraio è stata trasferita in terapia intensiva per il peggiorare delle condizioni respiratorie e lì è morta due giorni dopo, il 4 febbraio.
Nella denuncia i familiari evidenziano che se non fosse stato «disposto lo sbarco forzato» a Colombo, sarebbe rimasta a bordo per fare rientro in Italia il primo febbraio, «dove - dicono - avrebbe sicuramente ricevuto adeguate cure».
I familiari che erano in viaggio con la donna sono rientrati in Italia il 6 febbraio, mentre la salma è arrivata il 19 ed è attualmente conservata in un cimitero della provincia in attesa di essere trasferita nell'istituto di medicina legale del Policlinico di Bari.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Marzo 2020, 17:57
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