Arrivano i buoni spesa anti-furbetti. È questa la novità delletranche di aiuti edizione 2021 alle famiglie bisognose per gli acquisti di beni alimentari e di prima necessità. Sono i singoli Comuni, in autonomia, a stabilire i nuovi paletti per limitare i dati falsi per gonfiare i nuclei familiari, le domande mezze in bianco accolte da funzionari distratti, ma anche montagne di indebite richieste da chi ha già un lavoro o è pensionato o riceveva addirittura Reddito di cittadinanza o indennità di disoccupazione. L’obiettivo è netto: far arrivare gli aiuti - fino a 700 euro per le famiglie più numerose - dove ce n’è davvero bisogno, visto che ancora in questi giorni la Guardia di Finanza è a caccia dei furbetti dei buoni 2020, pronti ad approfittare dei bandi non troppo blindati lanciati l’anno scorso per venire incontro in fretta a chi faceva fatica a fare la spesa giornaliera dopo la crisi da Covid.
LA NUOVA TORNATA
Non era scontato che la rotta dei buoni spesa fosse confermata dal governo Draghi, più proiettato sugli investimenti e sul lavoro che su bonus e sussidi. Ma la conferma è arrivata nelle ultime settimane, rianimando di fatto la corsa dei Comuni ai nuovi bandi. Il Decreto Ristori-ter del governo Conte bis ha destinato un fondo da 400 milioni di euro da distribuire ai Comuni. E c’è chi ha già aperto i rubinetti. È infatti appena partito il piano salva-famiglie del Comune di Roma. Ma Milano ha già archiviato la prima tranche 2021. Come, del resto è successo a Bari. A Napoli, per il momento, è previsto un bonus aggiuntivo al bonus 2020 in vista della Pasqua, con precedenza a chi ha avuto il bonus l’anno scorso. Ma anche i Comuni di Torino, Venezia, Padova, Bologna, Bergamo, Rimini, Ancona e Potenza, solo per fare alcuni esempi, si stanno già attivando.
L’INDICE DI POVERTÀ
Va ricordato che anche per i nuovi buoni la quota che spetta ad ogni Comune è fissata in base al numero di abitanti e all’indice di povertà.
Che quindi provvedono a verificare di persona certi requisiti, a partire dai documenti per la dichiarazione Isee, che certifica la condizione economica delle famiglie. E per ottenere da 200 a 600 euro (20 i milioni a disposizione), è necessario avere un Isee non superiore a 8mila euro, essere residenti a Roma e avere cittadinanza italiana o dell’Unione Europea, o cittadinanza di Paesi terzi con permesso di soggiorno valido. L’anno scorso sono arrivate oltre 100mila domanda, con 70mila erogazioni dopo la scrematura tra domande doppie e requisiti inesistenti.
BOLOGNA SEMPLIFICA
A Venezia, invece, una delle novità rispetto all’anno scorso è l’addio alla distribuzione manuale dei tagliandi, non più cartacei. Tutto è affidato al digitale, a un portale dedicato alla presentazione, ricezione e controllo delle domande. A Bologna, infine, la terza fase dei buoni avverrà con una modalità di valutazione semplificata attraverso il ricevimento dei cittadini agli sportelli sociali dei sei quartieri della città. Il peggioramento delle condizioni economiche dovrà essere dimostrato personalmente, con tanto di documenti. Priorità a chi non ha ancora usufruito dei buoni spesa. E guai a fare i furbi. Le sanzioni in caso di indebita percezione possono superare i 25.000 euro. Oppure il triplo delle somme percepite.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Marzo 2021, 07:51
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