Roberto Mancini parla per la prima volta dell'addio alla Nazionale. L'ormai ex ct, dopo aver annunciato le dimissioni, racconta la sua versione dei fatti in un'intervista a Il Messaggero. «Ma mica ho ucciso nessuno, ho solo esercitato un diritto alle dimissioni. Perché tanti attacchi così violenti sul piano personale?», si difende l'allenatore.
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Cosa ha detto Mancini
Tra le accuse principali mosse contro Mancini, quella di aver lasciato per andare ad allenare la nazionale dell'Arabia Saudita. «Cosa farò? L’allenatore, come sempre. Da oggi sono un uomo libero, in grado di ascoltare le eventuali proposte che mi arriveranno. E se una mi convincerà, tornerò in pista subito. Le mie dimissioni non sono legate a un accordo già raggiunto», ha sottolineato. «Sono pronto a lavorare, dove non lo so. Devo essere convinto da un progetto. Dimettersi dal ruolo di ct non significa smettere di lavorare.
Su Gravina
«Io sono orgoglioso di aver allenato l’Italia per cinque anni e sono legato alla maglia azzurra anche se qualcuno può pensare il contrario. Ho pensato che avremmo sistemato le cose strada facendo, che si potesse continuare e ho accettato», spiega Mancini, che poi parla di mancanza di fiducia: «Non mi è sembrato di trovare il clima con cui era cominciata questa avventura. Se a un allenatore toccano lo staff di fiducia è come certificare la mancanza di fiducia nel gruppo di lavoro».
La clausola di esonero
Eliminare dal contratto la clausola di esonero in caso di mancata qualificazione a Euro 2024, spiega l'ex Ct, «poteva essere un segnale - dice invece a Repubblica -. Lo avevo chiesto per lavorare tranquillo in questi mesi, tutto qui, è chiaro che sarei andato via se le cose non fossero andate bene e non fossimo riusciti a qualificarci».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Agosto 2023, 15:14
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