Sabato pomeriggio, il giorno prima della sua morte nel fiume Lambro, Giovanna Pedretti aveva raccontato ai carabinieri la sua verità su quella recensione negativa ricevuta dalla pizzeria "Le Vignole". Nel fascicolo aperto contro ignoti, la ristoratrice era una potenziale vittima. Agli investigatori aveva ribadito l'autenticità di quel commento e della successiva risposta, spiegando che il primo risaliva ad aprile 2023 mentre la seconda era stata scritta in un secondo momento, in seguito a una nuova visita del cliente al suo ristorante a distanza di mesi. Ma qui emerge un'altra incongruenza nei fatti: la 59enne non era riuscita a ricostruire un identikit di quella persona che aveva servito per due volte, in primavera e una settimana prima.