Il gip parla di un «quadro desolante». E' un passaggio dell'ordinanza che ha portato all'arresto dell'ex presidente del consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito, in uno dei filoni dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma. «Quel che appare agli occhi dell'osservatore - scrive il magistrato - ancor prima che del giudice è un quadro desolante in cui sia il privato che il pubblico ufficiale si ritengono centrali percependo quanto altro da sè come meramente strumentale alla realizzazione dei propri interessi e del proprio profitto il cui conseguimento essi perseguono nella piena consapevolezza della illiceità dei loro comportamenti».
De Vito non si dimette, il Prefetto di Roma lo sospende da ogni carica
Mezzacapo al gip: «Nessuna tangente, solo compensi per attività professionali»
«L'analisi contestuale di entrambi i procedimenti (i due filoni di inchiesta sullo stadio della Roma ndr) fotografano il grave fenomeno corruttivo che si è realizzato ai vertici di Roma Capitale» si legge ancora.
Per il gip l'analisi deve essere fatta da due punti di vista, «quella del privato e quella del pubblico funzionario solo apparentemente opposte ma in realtà uguali e convergenti». Una disamina che «appare necessaria in quanto solo un'analisi complessiva consente di apprezzare la effettiva gravità delle condotte ed il contesto relazionale estremamente articolato nel quale le stesse si realizzano».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Marzo 2019, 18:43
© RIPRODUZIONE RISERVATA